Corriere della Sera (Bergamo)

I neo sposi e il banchetto in tre fasi

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Ottantotto invitati e il decreto del Consiglio dei ministri che, alla vigilia delle nozze, ne consente soltanto 30. Chiara Rizzi, neo sposa di Romano di Lombardia, ha deciso così di moltiplica­re i banchetti: uno per amici e parenti sabato sera, dopo la cerimonia; un altro con gli amici più stretti domenica a pranzo e la cena con i compagni scout del marito domenica sera (nella foto con lo sposo Vincenzo Pantieri).

Non a caso è ingegnere. Aveva invitato ottantotto ospiti al suo matrimonio ma si è trovata davanti un dpcm che stabiliva riunioni sotto le trenta persone. Ma invece di mettere mano alla lista e depennare gli invitati, con il rischio di gravissimi incidenti diplomatic­i, Chiara Rizzi ha deciso di dividere i banchetti: tre piccoli al posto di uno grande, più altre cene a seguire. Rizzi, 37 anni, è nata e cresciuta a Romano, ha studiato al Galilei di Caravaggio e si è laureata in Ingegneria edile a Pavia. Poi la vita e il lavoro l’hanno portata a Faenza, nel Ferrarese, dove ha conosciuto Vincenzo Pantieri. Sulla prima data scelta per le nozze, il 14 marzo, è calato il sipario dell’epidemia e del lockdown. La coppia ha rimandato a sabato 17 ottobre ma nel frattempo è iniziata la seconda ondata ed è arrivata la limitazion­e ai banchetti. È stato così che per evitare dolorose esclusioni, insieme ai ristorator­i del Borgo dei Guidi a Civitella (dove nel frattempo si sono trasferiti i nonni di Chiara), si è deciso per la moltiplica­zione delle tavolate, ognuna sotto i trenta coperti. Quindi sabato a cena ventotto parenti e amici arrivati dalla Bergamasca, domenica a pranzo i sei amici più cari della coppia e in serata ventisette a tavola con i compagni scout dello sposo. Ma visto che dal calcolo erano rimasti fuori alcuni amici della zona, la coppia ha deciso di approfitta­re del rinvio del viaggio di nozze, sempre causa pandemia, per organizzar­e in settimana una serie di cene sotto i sei componenti per gli invitati ancora senza torta. «Con un po’ di fantasia lo abbiamo chiamato

“matrimonio itinerante” — ha raccontato la sposa al Resto del Carlino —. Siamo felici di esserci ritrovati tutti per questa occasione di gioia, dopo i mesi bui e drammatici dell’emergenza, che in Bergamasca ha picchiato davvero duro. Qualcuno non è riuscito a esserci perché in quarantena o colpito dal lutto di qualche familiare. Per fortuna ci sono le videochiam­ate a farci sentire comunque vicini. Ci hanno aiutato il pasticcere, che ha fatto due torte diverse, e la parrucchie­ra, con un’acconciatu­ra a prova di weekend». A rovinare la giornata ci sono stati ieri quelli che, sui social network, hanno accusato gli sposi di avere fatto solo «una furbata per aggirare i divieti», tanto che è arrivato anche un invito di Barbara d’Urso per discuterne. «Ricorderò per sempre — ha detto Chiara — la foto con gli invitati, tutti muniti di mascherina creata per l’occasione. Anche sotto le mascherine, i nostri volti erano felici»

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Coppia Vincenzo Pantieri e Chiara Rizzi

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