La realtà arrugginita di Severino Salvemini
Conosciamo Severino Salvemini (Biella, 1950) come economista, ordinario alla Bocconi, editorialista del «Corriere». A volte però l’accademico spariglia le carte e si presenta nel ruolo del pittore acquerellista: una passione che esce dal dilettantismo per entrare nella ricerca d’autore. Salvemini è arrivato alla sua terza personale a Milano, «Ruggine», vernice stasera alle 18.30 in corso San Gottardo 21/9, ospite di Zeus Garage Blu, aperta fino a venerdì 23. Dopo aver ritratto soggetti come citofoni e cinema in disuso, i protagonisti di «Ruggine» sono frammenti di realtà abbandonati e deserti, segnati dalle cicatrici del tempo e velati dalla sua patina. «Nei miei acquerelli nostalgici riconosco che spesso mi sono comportato come un erede che si aggrappa al patrimonio ricevuto, avendo un po’ perso la speranza di crearne uno nuovo», confessa l’autore. Ma senza malinconia, perché «i ricordi ci rendono tristi per un istante, ma immediatamente dopo ci proiettano in orizzonti nuovi ancora palpitanti di vita». In quest’ottica vanno letti i 57 fogli in mostra: cantieri, uffici, magazzini in disarmo, auto e tubature arrugginite. Da cui rinasce la speranza: il ricavato delle vendite sosterrà Associazione CAF, dal 1979 attiva a Milano nell’accoglienza dei minori vittime di abusi e maltrattamenti