Foglio di via di 3 anni alla donna che rubò l’ambulanza
Se viola l’ordine del questore, la ragazza di Verdello rischia la denuncia o, se si ripete, la sorveglianza
Raccontata, può sembrare la scena di un comico. Una ragazza viene portata al pronto soccorso e viene visitata. Nulla di che, esce e vede un’ambulanza parcheggiata con le chiavi nel cruscotto. Sale, mette in modo, dà gas e da Treviglio parte alla volta di Verdello. I carabinieri arrivano con sirene e lampeggianti, la fermano ad Arcene. «Non c’erano taxi», dice lei. Scatta la denuncia per furto aggravato. Era dieci giorni fa, giovedì notte. Fine della scena, ma non anche dei guai. Perché quando succedono fatti del genere, su segnalazione o di iniziativa la Divisione Anticrimine della questura va a vedere chi è, in questo caso, la ragazza che ha mobilitato pronto soccorso e carabinieri.
É così che alla giovane è arrivato un foglio di via firmato dal questore perché ritenuta «socialmente pericolosa», anche alla luce di precedenti di polizia per furto, lesioni e minacce. Per tre anni, a Treviglio non potrà mettere piede per nessun motivo, perché è lì che ha creato scompiglio. Si tratta di un provvedimento amministrativo che sarà un attimo violare, volendo. Ma in quel caso la ragazza rischia l’arresto da uno a sei mesi previsto dal codice antimafia e delle misure di prevenzione. E se venisse scoperta a violarlo più volte, potrebbe finire sotto sorveglianza speciale che, quella sì, restringe movimenti e comportamenti. Proprio per la portata, a differenza del foglio di via e dell’avvertimento orale che vengono decisi dal questore, la sorveglianza speciale viene decisa dal tribunale (di sorveglianza).
I fogli di via non sono uno strumento eccezionale: solo nell’ultima settimana sono stati sette. Scattano soprattutto dopo i maxi controlli nelle zone critiche, come la stazione, dove la polizia ma anche i carabinieri spesso pattugliano, chiedono documenti, si portano il cane antidroga per scovare dosi nascoste addosso o nei cespugli. I destinatari sono per lo più persone con precedenti per spaccio o reati contro il patrimonio. Ma non servono per forza dei precedenti penali, possono bastare ripetute segnalazioni per definire la pericolosità sociale. Il caso della ragazza di Verdello, per dinamica dei fatti, è particolare. Come lo è quello di un diciottenne della provincia di
Lodi. Nel suo caso non c’è stata droga, nemmeno un furto o una fuga da carabinieri o polizia. I suoi guai — su segnalazione dei carabinieri di Zingonia — sono nelle bombolette spray con cui (è l’accusa) due notti a ottobre ha imbrattato edifici pubblici, negozi, auto, cartelli stradali dei comuni di Verdellino e Ciserano, oltre ai muri della stazione ferroviaria di Verdello. Anche lui, in spregio alle regole della convivenza civile: il motivo per cui non può tornare dove ha dato sfogo alla vernice.
Dieci giorni fa Dopo una visita al pronto soccorso di Treviglio aveva guidato fino ad Arcene