Corriere della Sera (Bergamo)

Il progetto (stoppato) sul clima: il tribunale assolve Da Polenza «Al lavoro sui ghiacciai pakistani»

L’alpinista era a processo per malversazi­oni: aveva spostato parte dei fondi su un altro conto

- Giuliana Ubbiali

«Di cinque, uno era stato messo in Valle d’Aosta ma si beccò un fulmine. Due funzionano ancora, uno pensiamo di portarlo in Pakistan per il monitoragg­io di 5.300 ghiacciai». Si vede che Agostino Da Polenza, alpinista e studioso della montagna, è abituato a contare i metri a migliaia, anche a sognare in grande, ma con i piedi saldi a terra. Parla dei prototipi per il controllo climatico che l’hanno fatto finire a processo, dove non ha mai perso l’aplomb e, probabilme­nte, la convinzion­e che sarebbe andata com’è finita ieri, con il collegio del presidente Giovanni Petillo (a latere Roberto Palermo e Rosanna Puzzer). Assolto perché il fatto non sussiste e, di conseguenz­a, è stata esclusa la responsabi­lità amministra­tiva del Comitato Ev K2 Cnr di cui Da Polenza era presidente.

Partendo da una verifica sull’utilizzo dei fondi europei per progetti in tutta Italia, la lente del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) finì anche su quello del Comitato di Da Polenza, del 2012. Risultato: a novembre 2013, il Ministero revocò il contratto, chiedendo al Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), partner, la restituzio­ne dei 7 milioni versati. Da Roma a Bergamo, per il noto alpinista significò un’imputazion­e per malversazi­oni ai danni dello Stato. L’inghippo era aver trasferito su un sotto-conto fruttifero (che generò interessi) del Creberg 5 milioni dei 7 arrivati inizialmen­te sul Banco di Desio. Per l’accusa, anche solo lo spostament­o non era lecito: il pm Antonio Pansa ha fatto presente che è intervenut­a la prescrizio­ne, ma ha chiesto una sanzione pecuniaria per il Comitato. Gli avvocati Benedetta Guastoni e Alessandro Racano hanno chiesto l’assoluzion­e, in prima istanza: «I 5 milioni sono stati trasferiti su un sotto-conto perché producesse­ro interessi, a loro volta usati per il progetto, che è stato terminato. Non sono stati mal-versati. Il Ministero e la Gdf non hanno verificato come sono stati spesi, noi sì». A margine del processo, Da Polenza precisa «finito al 90%». Alla luce della sentenza, vien da pensare a metà tra lo spreco e il paradosso, perché di quei soldi spesi è rimasto poco o nulla, salvo i prototipi e i 7 milioni da restituire (su cui pende in Cassazione una causa civile) dal Cnr al ministero, e dal ministero all’Europa.

Il progetto era nel quartiere San Giovanni Teduccio di Napoli, nell’area dell’ex Cirio, dove «sono rimasti solo i ruderi, vien da piangere», aveva detto Da Polenza, parlando al processo, a ottobre. Abbandonat­o tutto, sono entrati i ladri e i vandali. Cosa era, l’ha spiegato ieri Paolo Bonasoni, del Cnr: «Realizzare strutture in grado di raccoglier­e informazio­ni climatiche, in particolar­e nel bacino Mediterran­eo, e una fabbrichet­ta, come la chiamavamo, per realizzare strumentaz­ioni all’avanguardi­a». Più corsi e ingegneri da assumere. Giuseppe Maternini, incaricato dal Comitato di predisporr­e il budget e visionare le rendiconta­zioni, ha spiegato che «la ratio del sotto-conto fruttifero era utilizzare gli interessi per il progetto, infatti vennero utilizzati per quello e fu rendiconta­to al Miur».

Da Polenza, un nome dell’alpinismo, 66 anni e tante vette nelle gambe, ha le spalle larghe. Qualcuno lo riteneva colpevole? «Che io sappia nessuno —, sorride ma preferisce andare oltre —. Chiaro che con un processo non sei nelle migliori condizioni per lavorare. Però quando hai la stima di persone come Paolo Bonasoni...». Come dire che basta e avanza. Anche perché Da Polenza sta lavorando da

Il reato è estinto (dopo otto anni) ma la difesa ha chiesto di entrare nel merito

I 7 milioni contestati Il ministero ha chiesto la restituzio­ne dei fondi La causa civile pende in Cassazione

cinque anni al progetto del monitoragg­io dei ghiacciai in Pakistan. Basterebbe chiedergli qualche dettaglio per farlo uscire dal tribunale, anche se è appena fuori dall’aula dopo la sentenza, e proiettarl­o nel suo mondo di vette e nuove ricerche. «Certo, 5.300 ghiacciai, è la zona che ne ha di più. Il progetto dovrebbe partire tra poco». Almeno qualche prototipo sarà ancora utilizzato, tecnologia all’avanguardi­a. Ma dieci anni fa, ormai.

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Appassiona­to Agostino Da Polenza, 66 anni, alpinista studioso delle vette

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