Corriere della Sera (Bergamo)

Majorino, la corsa alle Regionali «Dem a testa alta per vincere»

La sfida a Fontana sulla transizion­e ecologica «Un piccolo Bolsonaro, noi siamo credibili»

- Federico Rota

Ambizione nel cambiament­o e volontà nel «consumarsi le suole» per raggiunger­e qualsiasi contesto e territorio: «Anche quelli dove abbiamo le percentual­i meno significat­ive». Parte da queste immagini Pierfrance­sco Majorino, candidato del centrosini­stra (Pd, Sinistra Italiana, Possibile, Articolo Uno ed Europa Verde) alla presidenza della Lombardia, per lanciare la propria campagna elettorale. Ieri, dopo la tappa al Teatro Elfo Puccini di Milano, Majorino è salito sul palco dell’Auditorium di piazza della Libertà, pieno per l’occasione. Senza

nascondere le ambizioni: «Affrontiam­o questa sfida a testa alta per vincere. Alla Regione servono politiche differenti». A partire dalla sanità e dalla sua integrazio­ne con il sociale: «Va ricostruit­o il sistema: non è accettabil­e che chi non può pagare una prestazion­e privata debba stare mesi in lista d’attesa». Majorino si dice poi «criticissi­mo» sull’autonomia proposta da Calderoli: «Trovo folle l’idea di regionaliz­zare la scuola pubblica italiana. Credo che l’autonomia debba far parte della nostra proposta politica e culturale. Il punto è capire di quale tipo. Sono per un’autonomia in cui la Lombardia sta al fianco delle comunità locali e delle famiglie». Il candidato presidente parla di una maggiore attenzione alle politiche abitative e d’incentivi al lavoro («formazione, sburocrati­zzazione, sostegno alle micro imprese»). Così come di lotta alla criminalit­à organizzat­a, di potenziame­nto delle infrastrut­ture di trasporto pubblico (unito a regimi tariffari agevolati) e di tutela del patrimonio culturale (cita il «diritto alla bellezza»). Sul piano del cambiament­o climatico sfida Attilio Fontana definendol­o un «piccolo Bolsonaro. La politica regionale è drammatica­mente carente sulla transizion­e ecologica». La gara da vincere è anche nei confronti di Letizia Moratti, ex vicepresid­ente e assessore al Welfare dimessasi dalla giunta Fontana: «Le loro liti rappresent­ano il passato, noi siamo il futuro. Siamo molto più credibili dei due candidati del centrodest­ra».

«Rispetto a 5 anni fa il sentimento dei lombardi è cambiato — sottolinea il sindaco

pd Giorgio Gori, sconfitto nel 2018 da Fontana —. Siamo da così tanto tempo in questa bolla di governo di destra che ci pare immutabile. Invece ce la possiamo giocare». Ci cre

de anche il segretario provincial­e del Pd Davide Casati: «Le elezioni molto probabilme­nte saranno il 12 febbraio, ma non è ancora certo. Abbiamo davanti pochissime settimane, ma decisive. Solo vincendo ci consentirà di cambiare in modo radicale la Lombardia con i nostri valori e principi». Da ultimo, il monito del presidente della Provincia Pasquale Gandolfi contro le candidatur­e imposte dalle correnti di partito: «Servono messaggi chiari e persone che ti sostengano sui territori».

Sanità da migliorare «Non è accettabil­e che chi non può pagare una visita privata debba stare mesi in attesa»

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