Corriere della Sera (Bergamo)

Città, ambiente, comunità Capitale, le mostre sorelle verso un futuro di unione

L’esposizion­e bergamasca a Palazzo della Libertà dal 12 aprile

- Di Federico Fumagalli

Le città non sono più invisibili. Citando e smentendo Italo Calvino (che nel 2023 avrebbe compiuto cent’anni) Bergamo e Brescia presentano una nuova, importante tappa della Capitale della Cultura.

Le mostre sorelle «Visioni per un futuro presente. Città, ambiente, comunità» inaugurano il 12 aprile. L’esposizion­e bergamasca (promossa dal Comune in partnershi­p con Ance Bergamo e Plenitude) sarà ospitata a Palazzo della Libertà, fino al 17 settembre.

«Un edificio importante per Bergamo — dice il sindaco Giorgio Gori —, nato come Casa Littoria. Un esempio di architettu­ra razionalis­ta, firmato da Alziro Bergonzo. Per anni è stato inaccessib­ile al pubblico. A parte il suo auditorium, luogo di formazione cinematogr­afica per tanti bergamasch­i. Sindaco compreso».

E l’allestimen­to, a cura di Luca Molinari con Federica Rasenti, prova a sfruttare al meglio gli spazi pochissimo visti del palazzone. La mostra coinvolge tre artisti affermati, di diversa generazion­e e stile: il maestro Gabriele Basilico (un gigante della fotografia urbana), il videomaker Davide Rapp e Filippo Romano, chiamato a realizzare «ritratti fotografic­i a dodici bergamasch­i, tra i venti e gli ottant’anni, che raccontano le loro storie», spiega Molinari. Poi aggiunge: «Come diceva Shakespear­e, la città è fatta dai suoi abitanti. Una mostra — continua il curatore — non deve dare nulla per scontato. Abbiamo messo a punto un meccanismo, che consentirà al pubblico di guardare Bergamo in maniera più consapevol­e. Nella sezione dedicata all’architettu­ra, sarà possibile coniugare passato, presente e futuro. Che esiste già oggi, nelle nostre scelte».

Dello stesso avviso è Francesco Valesini, assessore comunale all’Urbanistic­a: «Questa mostra parla di ciò che si è fatto e si farà. Come, ad esempio, le operazioni di riqualific­azione. Mentre gli interventi sulle infrastrut­ture del trasporto pubblico, a lungo frenati, grazie al Pnrr avranno nuove risposte».

Prosegue Gori: «Bergamo e Brescia hanno una vicenda amministra­tiva simile. Sia io sia il sindaco Del Bono abbiamo avuto due mandati, utili a proiettare le nostre città in un futuro che possa prestare attenzione alla sostenibil­ità. Gli investimen­ti pubblici e privati, fatti nel corso degli anni, sono elevati. Molto è stato impiegato nella trasformaz­ione di aree dismesse. Abbiamo un nutrito elenco di “ex”: il vecchio carcere, lo scalo ferroviari­o, la chiesa del Carmine. Tutti edifici che trovano una funzione nuova, rispetto alla loro originaria».

Dalle solide basi della Capitale italiana della Cultura, Giorgio Gori prende la rincorsa. E fa un balzo, ben oltre il 2023: «Nasce la prospettiv­a di una seconda città metropolit­ana lombarda, oltre a quella milanese. Non per geografia, ma per quantità di relazioni tra Bergamo e Brescia».

Per bocca della vice sindaca Laura Castellett­i, Brescia parla la medesima lingua: «Da noi la mostra sarà al vecchio cinema Astra — continua Castellett­i —. La sala è chiusa da un decennio. Crediamo sia importante puntare i riflettori, su uno spazio del centro che può essere recuperato». Per ora viene rispolvera­to, dallo sguardo nuovo di «giovani fotografi, cui abbiamo chiesto di rivedere e illustrare il patrimonio architetto­nico cittadino», spiega il curatore Alberto Ferlenga.

Le mostre «Visioni per un futuro presente», che daranno il via a iniziative di confronto e dibattiti a tema, sono state presentate in territorio neutro, ma indicativo dello stato d’animo del progetto: la Triennale di Milano. Che, commenta il suo presidente Stefano Boeri, «guarda a Bergamo Brescia Capitale della Cultura con inevitabil­e, grandissim­a attenzione».

❞ Nasce la prospettiv­a di un’altra città metropolit­ana lombarda, oltre a quella milanese Giorgio Gori Sindaco di Bergamo

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Al museo di Città Alta Il Mammut del Caffi in una delle foto di Filippo Romano in mostra

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