Corriere della Sera (Bergamo)

Si chiama osteria ma è locale di livello Da provare il plin

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Sull’angolo della via stretta (da cui Strecciolo) del centro storico del paese appena al di là del ponte di Paderno, quattro fratelli hanno unito le forze per dare vita ad un’insegna che sì, si chiama osteria, ma che ha le stigmate del ristorante contempora­neo di livello. C’è coerenza tra ambientazi­one in stile minimal elegante, precisione e cura del servizio, offerta gastronomi­ca ed enoica (monstre la lista dei vini: suppergiù 1.500 etichette). Se in sala Chiara e Raffaele Redaelli si alternano, in cucina la continuità è garantita dalla presenza costante di Roberto ed Enrico ( foto). Il menu è vario, non ha rigidi schemi, prende spunti dalla tradizione italiana. Ecco dunque l’insieme ben riuscito tra carciofi, pane alle erbe e caviale; l’interpreta­zione piacevole del vitello tonnato; il gusto consistent­e (il miglior piatto assaggiato) dei plin ai tre arrosti serviti con il loro fondo di cottura. D’altro dalla lista attuale: coscette di rana fritte, salsa carbonara e acetosa; riso, erbe di campo, luganega e fonduta di pecorino; calamari cacciatoli arrosto, fave e puntarelle. Tra i dolci, golosi i bomboloni caldi con creme ai vari gusti. Non sono pochi i bergamasch­i che attraversa­no il ben noto «ponte di ferro» per raggiunger­e la tavola dei fratelli Redaelli. Date le prestazion­i ne hanno sempre ben donde, ma in particolar­e merita un plauso la proposta per il pranzo di lavoro: due portate a scelta da un piccolo menu giornalier­o a 20 euro. Alla carta i prezzi sono ben diversi: tre portate a 70-80 euro vini esclusi. Menu degustazio­ne di 7 portate a 90.

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