Dentella smentito sull’indennità, chiesta la condanna
Aviatico, l’ex sindaco rischia 4 anni e mezzo: «Ma quali compensazioni?». La difesa: va assolto
A prescindere dal valore che i giudici gli attribuiranno, l’assist che il Comune di Aviatico ieri ha lanciato alla Procura appare già di per sé uno schiaffo morale per l’ex sindaco Stefano Dentella, imputato per peculato. Attraverso l’avvocato Federico Viviani e con l’attuale primo cittadino Mattia Carrara in aula, il Comune, che è parte civile, ha prodotto un resoconto dei compensi percepiti tra il 2003 e il 2013 da Dentella: 157 mila euro come indennità da sindaco; 9.600 euro come indennità di fine mandato; 1.900 euro come rimborso chilometri. Soldi dovuti, ma a cui, nella sua difesa, l’ex sindaco ha dichiarato di aver rinunciato ai tempi, parlando specificatamente dell’indennità di fine mandato e dei rimborsi benzina. E così ha fatto uno dei suoi testimoni, l’allora segretario comunale Giuseppe Ferrari, allargando il discorso alle indennità da sindaco. Per entrambi l’uso «promiscuo» del telefono del Comune, anche per chiamate in Paesi dell’Est, fino alla Tailandia, andava a compensare le somme di cui l’ex sindaco sostiene di essersi privato.
Le maxi bollette (26 mila euro tra 2011 e 2016) sono il nocciolo delle accuse al Dentella sindaco, mentre nella veste di amministratore della Monte Poieto (fino al 2016 al 100% comunale), avrebbe speso in cene e altre chicche, come i famosi asini «a un certo punto spariti dai radar dell’ippoterapia ed entrati in quelli della macellazione», evidenzia il pm Giancarlo Mancusi, che chiede una condanna a 4 anni e mezzo di carcere. I tre asinelli, dal suo punto di vista, sono «la cifra» della vicenda, perché danno l’idea della «disinvoltura» dell’imputato nell’amministrare la cosa pubblica. Lo stesso vale per alcune spese anomale prescritte, ad esempio un viaggio a Kiev da 800 euro pagato anche per una certa Irina. Il pm evoca perfino Marx («per l’Europa avanzava lo spettro del Monte Poieto») quando sottolinea come non vi sia «alcun riscontro» della «fantomatica» attività di promozione turistica fatta da Dentella per l’Europa.
«Metafora un po’ diabolica», secondo il difensore Giacomo
❞ L’attività di promozione turistica di Dentella è e resta fantomatica Giancarlo Mancusi pm
Gozzini, che per le telefonate chiede l’assoluzione («era una prassi») e per il resto il non doversi procedere, ritenendo, come il gip in fase cautelare, che la Monte Poieto sia società di diritto privato. «Dentella ha sempre ritenuto il Poieto cosa sua», è il punto per Viviani, che ricorda il «conflitto d’interesse enorme» dell’acquisizione del 56% delle quote della società: «Votata nel 2010 quando era Dentella sindaco, con un’opzione esercitata nel 2016. Nel frattempo, nel 2013, ha acquistato alcune camere nel rifugio della partecipata». Sentenza, il 16 maggio. (mad.ber.)