Corriere della Sera (Bergamo)

«Matteotti ha difeso lo Stato libero senza cedere ai ricatti»

Treviglio dedica la giornata al socialista assassinat­o dai fascisti. Imeri: sacrificò la sua vita e gli affetti familiari

- Pietro Tosca

Il 25 Aprile di Treviglio è stato all’insegna del ricordo di Giacomo Matteotti. La figura del leader socialista assassinat­o dagli arditi del fascio di Milano nel 1924 è stata al centro del discorso del sindaco Juri Imeri, al termine del tradiziona­le corteo.

Il 9 aprile, Treviglio aveva già tributato un ricordo a Matteotti ospitando il «documentar­io teatrale» scritto e interpreta­to dall’attore Maurizio Donadoni, come ha ricordato lo stesso Imeri nel suo intervento. Partendo da qui, il sindaco ha voluto rievocare la figura simbolica di «un uomo, giornalist­a e politico, che ha segnato con la sua testimonia­nza la vita del nostro Paese». Un valore simbolico che Imeri chiarisce dopo aver ripercorso la presa di posizione contro il nascente regime fascista, la vicenda dell’assassinio e il dramma vissuto dalla moglie Velia.

«Matteotti — entra nel merito il sindaco — ha messo in gioco la propria vita e l’immenso affetto per la moglie e per la propria famiglia per amore della giustizia e per rivendicar­e uno Stato libero e democratic­o. Lo ha fatto senza cedere a ricatti o minacce. O a quella che sarebbe stata la comprensib­ile paura di mori«In re e di perdere tutto. E questa storia, che interseca l’amore per la “cosa pubblica” a quello per gli affetti più intimi e privati, suscita ammirazion­e e, soprattutt­o, richiama alle responsabi­lità». Un esempio che poi Imeri ha ricollegat­o all’attualità della guerra in Ucraina e del conflitto a Gaza, pur senza nominarli direttamen­te. questo mondo — dice — pervaso dalle notizie sulle guerre anche a noi vicine, in cui a volte non è facile nemmeno capire la complessit­à di quello che accade, si rischia di doversi in qualche modo trovare a dover prendere posizione, da una parte o dall’altra, alimentand­o tensione anche dove la democrazia esiste davvero e la violenza non può e non deve essere ammessa. L’unica posizione che dobbiamo prendere è quella per la pace, auspicando passi indietro, dialogo, diplomazia e riconoscim­ento dei diritti».

Ucraina e Gaza «Si rischia di prendere posizione anche dove la violenza non deve essere ammessa»

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Corona Il sindaco Juri Imeri al monumento dei carabinier­i

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