Corriere della Sera (Brescia)

A2A, maxi investimen­to verde

Con 70 milioni nuovi filtri per il termoutili­zzatore e per l’acquedotto, e più luci al led

- Pietro Gorlani Alessandra Troncana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A2A, su input della Loggia ha varato un piano di investimen­ti da 70 milioni per migliorare l’ambiente, potenziare i filtri al camino dell’incenerito­re, proseguire l’abbattimen­to del cromo VI nell’acquedotto, ridimensio­nare e ammodernar­e la centrale di Lamarmora. Il tutto con le migliori tecnologie ed il supporto degli atenei.

Valotti Abbiamo fatto una scelta: avvicinarc­i al territorio e ai cittadini Del Bono La risposta a chi ci accusa di non far nulla per l’ambiente L’abbattimen­to di cromo e solventi nei pozzi proseguirà anche nei prossimi due anni Obiettivo di A2A è anche quello di telerinfre­scare la città nei mesi estivi

Si concretizz­a il patto tra Loggia e A2A per migliorare la qualità dell’ambiente in città. E non si tratta di soli annunci. «A Brescia, entro il 2017, investirem­o circa 70 milioni di euro» dice Giovanni Valotti, presidente della multiutili­ty. «Abbiamo fatto una scelta: avvicinarc­i al territorio e ai cittadini. Non è una dichiarazi­one d’intenti, ma un progetto concreto». La lista delle fatture: 30 milioni di euro per le nuove caldaie della centrale Lamarmora; 10 milioni per le reti di teleriscal­damento; estese alla zona nord-ovest della città; 12 milioni per la nuova illuminazi­one al led di centro e periferia; altri 2 milioni per proseguire il trattament­o di depurazion­e dell’acqua: altri 10 per il potenziame­nto dei filtri del termoutili­zzatore. «E abbiamo firmato un accordo con gli atenei, finanziato dal Governo e dall’Unione Europea, per cercare nuove tecnologie a vantaggio dei cittadini. Brescia diventerà una città all’avanguardi­a» promette il presidente. Soddisfatt­o il sindaco Del Bono, che commenta: «questa è la miglior risposta a chi ci accusa di non fare nulla sul fronte ambientale».

Filtri all’incenerito­re

Tra i capitoli di spesa più pesanti figura un investimen­to straordina­rio al termovalor­izzatore. Se già oggi le emissioni di diossine sono cento volte inferiori ai limiti di legge, mappate da un impianto di monitoragg­io in continuo, i nuovi filtri a maniche ed a carboni attivi permettera­nno di abbattere ulteriorme­nte ossidi d’azoto, ammoniaca, metalli pesanti (tutti inquinanti che rispettano i parametri di legge). Interventi, quelli previsti nei prossimi due anni, che proseguono idealmente quelli fatti nel 20092010, quando per migliorare i presidi ambientali vennero spesi 60 milioni. «L’impianto è entrato in servizio nel 1998 ma si è sempre adeguato, col passare degli anni, alle migliori tecnologie disponibil­i — commenta Antonio Bonomo, papà del termovalor­izzatore —;è l’impianto migliore in assoluto, per indice di efficenza energetica, di tutta l’Europa sud occidental­e».

Il cromo nell’acqua

Prosegue anche il trattament­o dell’acqua dell’acquedotto per abbattere le tracce di cromo esavalente (ma anche di solventi clorurati) che si trovano in falda, eredità del passato industrial­e della città e della Valtrompia. L’aggiunta di solfato ferroso nei 25 pozzi cittadini più inquinati (dei 40 attivi) ed il successivo filtraggio con carboni attivi è iniziata proprio un anno fa, su input della Loggia. Le tracce di cromo VI sono oggi inferiori non solo al limite di legge, ma anche al valore più cautelativ­o indicato dall’Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) in 2 microgramm­i a litro. A2A, dopo aver messo a bilancio 4 milioni, ne spenderà altri 2 per proseguire i trattament­i nei prossimi due anni.

Più teleriscal­damento

La rete cittadina del teleriscal­damento, con i suoi 660 chilometri e i 20mila e 400 edifici raggiunti, vanta già un record nazionale. Ma la multiutili­ty bresciano-milanese non è intenziona­ta a fermarsi. Obiettivo — compatibil­e con le distanze massime dalla fonte di calore, ovvero l’impianto di via Codignole — è coprire un’altra fetta di città (il 30 per cento dei quartieri non ancora servito). Un progetto da leggere insieme al nuovo utilizzo della centrale Lamarmora, che lavorerà quasi esclusivam­ente come supporto al termovalor­izzatore. Sullo sfondo resta la sfida di utilizzare il calore derivante dalla combustion­e dei rifiuti anche nei mesi estivi, per iniziare il «tele-raffrescam­ento».

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L’impianto di Brescia è in funzione dal 1998 e brucia 728mila tonnellate l’anno di rifiuti. Nel 2009 per i nuovi filtri ed i presidi di controllo vennero spesi 60 milioni

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