A2A, maxi investimento verde
Con 70 milioni nuovi filtri per il termoutilizzatore e per l’acquedotto, e più luci al led
A2A, su input della Loggia ha varato un piano di investimenti da 70 milioni per migliorare l’ambiente, potenziare i filtri al camino dell’inceneritore, proseguire l’abbattimento del cromo VI nell’acquedotto, ridimensionare e ammodernare la centrale di Lamarmora. Il tutto con le migliori tecnologie ed il supporto degli atenei.
Valotti Abbiamo fatto una scelta: avvicinarci al territorio e ai cittadini Del Bono La risposta a chi ci accusa di non far nulla per l’ambiente L’abbattimento di cromo e solventi nei pozzi proseguirà anche nei prossimi due anni Obiettivo di A2A è anche quello di telerinfrescare la città nei mesi estivi
Si concretizza il patto tra Loggia e A2A per migliorare la qualità dell’ambiente in città. E non si tratta di soli annunci. «A Brescia, entro il 2017, investiremo circa 70 milioni di euro» dice Giovanni Valotti, presidente della multiutility. «Abbiamo fatto una scelta: avvicinarci al territorio e ai cittadini. Non è una dichiarazione d’intenti, ma un progetto concreto». La lista delle fatture: 30 milioni di euro per le nuove caldaie della centrale Lamarmora; 10 milioni per le reti di teleriscaldamento; estese alla zona nord-ovest della città; 12 milioni per la nuova illuminazione al led di centro e periferia; altri 2 milioni per proseguire il trattamento di depurazione dell’acqua: altri 10 per il potenziamento dei filtri del termoutilizzatore. «E abbiamo firmato un accordo con gli atenei, finanziato dal Governo e dall’Unione Europea, per cercare nuove tecnologie a vantaggio dei cittadini. Brescia diventerà una città all’avanguardia» promette il presidente. Soddisfatto il sindaco Del Bono, che commenta: «questa è la miglior risposta a chi ci accusa di non fare nulla sul fronte ambientale».
Filtri all’inceneritore
Tra i capitoli di spesa più pesanti figura un investimento straordinario al termovalorizzatore. Se già oggi le emissioni di diossine sono cento volte inferiori ai limiti di legge, mappate da un impianto di monitoraggio in continuo, i nuovi filtri a maniche ed a carboni attivi permetteranno di abbattere ulteriormente ossidi d’azoto, ammoniaca, metalli pesanti (tutti inquinanti che rispettano i parametri di legge). Interventi, quelli previsti nei prossimi due anni, che proseguono idealmente quelli fatti nel 20092010, quando per migliorare i presidi ambientali vennero spesi 60 milioni. «L’impianto è entrato in servizio nel 1998 ma si è sempre adeguato, col passare degli anni, alle migliori tecnologie disponibili — commenta Antonio Bonomo, papà del termovalorizzatore —;è l’impianto migliore in assoluto, per indice di efficenza energetica, di tutta l’Europa sud occidentale».
Il cromo nell’acqua
Prosegue anche il trattamento dell’acqua dell’acquedotto per abbattere le tracce di cromo esavalente (ma anche di solventi clorurati) che si trovano in falda, eredità del passato industriale della città e della Valtrompia. L’aggiunta di solfato ferroso nei 25 pozzi cittadini più inquinati (dei 40 attivi) ed il successivo filtraggio con carboni attivi è iniziata proprio un anno fa, su input della Loggia. Le tracce di cromo VI sono oggi inferiori non solo al limite di legge, ma anche al valore più cautelativo indicato dall’Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) in 2 microgrammi a litro. A2A, dopo aver messo a bilancio 4 milioni, ne spenderà altri 2 per proseguire i trattamenti nei prossimi due anni.
Più teleriscaldamento
La rete cittadina del teleriscaldamento, con i suoi 660 chilometri e i 20mila e 400 edifici raggiunti, vanta già un record nazionale. Ma la multiutility bresciano-milanese non è intenzionata a fermarsi. Obiettivo — compatibile con le distanze massime dalla fonte di calore, ovvero l’impianto di via Codignole — è coprire un’altra fetta di città (il 30 per cento dei quartieri non ancora servito). Un progetto da leggere insieme al nuovo utilizzo della centrale Lamarmora, che lavorerà quasi esclusivamente come supporto al termovalorizzatore. Sullo sfondo resta la sfida di utilizzare il calore derivante dalla combustione dei rifiuti anche nei mesi estivi, per iniziare il «tele-raffrescamento».