Il prefetto Valenti «Le proteste non ci fermano»
Le proteste? «Servono ad alcune formazioni politiche per misurare la propria forza»
Il prefetto Valerio Valenti non si fa spaventare dalla protesta a Collio contro i profughi, né dalle mille firme raccolte in pochi giorni, ma la preoccupazione è per la gestione dell’emergenza che non accenna a rientrare. Per Valenti la strada da seguire è quella della micro accoglienza, ma con questi numeri non è sufficiente.
Le proteste di Collio non lo spaventano. Né le mille firme raccolte in paese per mandare via i profughi. «L’opinione pubblica è divisa», risponde il prefetto di Brescia Valerio Valenti. E se una radicalizzazione c’è stata, nelle manifestazioni degli scorsi giorni, è pur vero che le proteste, a volte, servono ad «alcune formazioni politiche — dice — per misurare la loro forza». Sulla sicurezza nessun passo indietro: gli uomini dei carabinieri «rimangono davanti all’albergo» Il Cacciatore per presidiare la struttura. In realtà, per la Prefettura la vera sfida è la gestione dei profughi, che resta un’emergenza.
Da quando si è insediato, a inizio giugno, Valenti e i suoi dirigenti hanno organizzato l’accoglienza di circa 500 profughi. In questo momento, infatti, Brescia e provincia ospita, in totale, 1.200 rifugiati. Gli arrivi continui hanno saturato i posti e anche i 200 messi a disposizione dal nuovo bando sono «in realtà virtuali», ammette il prefetto. Si tratta, infatti, di camere e appartamenti che, nelle more dell’emergenza, sono già stati assorbiti. Legalmente. Una parte dei posti è ancora libera, ma per altri «ho firmato provvedimenti d’urgenza», conferma Valenti. Insomma, che sia un albergo o un appartamento, «la ricerca di posti continua». A Bresso restano centinaia di profughi da andare a prendere, oltre a quelli che ancora potrebbero arrivare. Nonostante ciò, il prefetto è convinto che la micro-accoglienza sia ancora il percorso migliore: «in questo modello — dice Valenti — io continuo a crederci. E so che è condiviso da molti attori istituzionali». Terzo settore, Associazione comuni bresciani, provincia. «Se avessi mandato a Collio cento persone — osserva il prefetto — avremmo creato un’altra Montecampione. Un’errore da non reiterare». Numeri ridotti sono invece più sostenibili. «E facilitano un inclusione nel territorio». Il progetto dell’accoglienza diffusa rimane la strada maestra, ma potrebbe essercene una parallela. «I tempi della micro-accoglienza non sono compatibili con quelli del-
(Foto Cavicchi) l’emergenza. Come tale – dice il prefetto – alcune realtà», siano esse cooperative o comuni, «potrebbero avere un sovraccarico». Pur essendo un’eccezione, da risolvere il prima possibile, non si esclude di sforare i limiti imposti dalle regole dello Sprar (Servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati) che suggeriscono di non superare, ad esempio, i 40 rifugiati nei paesi di 10 mila abitanti. Con gli sbarchi continui, quindi, anche la micro-accoglienza mostra la corda.
C’è poi il problema delle richieste di asilo, presentate dai rifugiati. Con il 56 per cento di domande respinte, molti fanno appello. E per cercare di velocizzare queste pratiche, il prefetto chiederà alla presidente del Tribunale di far sì che un magistrato si occupi esclusivamente di ricorsi. Con 16 domande analizzate ogni giorno, i quattro membri della «commissione territoriale stanno facendo il massimo» assicura Valenti. In molti chiedono di moltiplicare il numero delle commissioni — una per provincia — ma secondo il prefetto non è così semplice: «crearne una a Brescia, quando c’era solo a Milano, non è stato così semplice. E non basta – dice lui – la firma del Ministro. C’è tutto un passaggio normativo». L’ambulanza era intervenuta l’altra notte a Buffalora per prestare soccorso a un uomo colto da malore, per qualche bicchiere di troppo o forse per l’uso di qualche droga. In supporto, secondo la prassi del caso, era stata inviata anche una pattuglia della Volante. Ma l’uomo, bresciano di 46 anni, alla vista dei poliziotti si è agitato, cominciando a menar le mani, tanto da costringere uno degli agenti a farsi medicare al pronto soccorso. Una volta visitato, il 46enne è stato arrestato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. (l.g.)