Brescia, l’ultimo arrivato è Geijo
Spagnolo, ha 33 anni: sarà il vice Caracciolo. Sabato l’esordio in B a Cesena
Si chiama Alex Geijo, arriva dall’Udinese, ha 33 anni, è nato in Svizzera ma ha nazionalità spagnola: è lui l’ultimo arrivato in casa Brescia, preso dai dirigenti nell’ultimo giorni di calciomercato. Si tratta di un attaccante e serviva come il pane visto che Andrea Caracciolo starà fuori ancora per qualche settimana per via di un infortunio al ginocchio. Sabato infatti a Cesena non ci sarà: alle 20.30 le rondinelle esordiranno nel campionato di serie B numero 58. Nessuno ne ha di più.
La Roma ha trovato il suo nuovo idolo in Dzeko, il Brescia ieri ha pescato dal mazzo Alexandre Geijo. Nome diverso, pronuncia pressoché identica così come la professione. Centravanti. Nessuna ironia, anche se l’appeal del 33enne svizzero nato a Ginevra da genitori spagnoli ha meno appeal rispetto agli Inglese, Mancosu, Cacia, circolati nelle ultime ore. Ma non è il bidone last minute alla Delorte o Mourad, icone dei mercati dell’era Corioni con poche noccioline nel marsupio e un pugno di mosche riportate a casa da Milano.
Anche la dispensa del tandem Sagramola-Castagnini era sguarnita, lo si sapeva da tempo. Per questo, mettere a disposizione di Boscaglia un attaccante con 52 reti da professionista (perlopiù in Spagna), 13 presenze e un gol all’attivo nella scorsa stagione a Udine, è una buona via di mezzo tra i desiderata del tecnico e quanto poteva offrire la casa. Prima punta classica, quasi un metro e novanta d’altezza, lontano dal tipico bomber «da social»: ha già un’attività da imprenditore avviata con il suo Audience Labs, una sorta di Google che svela vita, morte e miracoli delle aziende mondiali.
Non un tipo banale e insieme a lui arriva l’ala pura ex salodiana Davide Marsura (classe 94) dall’Udinese, obbligata a sfoltire la rosa per rientrare nei nuovi parametri federali con le rose di Serie A ridotte a 25 giocatori. Il milione versato nelle casse della Figc per il ripescaggio, unito alla questione Budel ancora non definita, aveva del resto obbligato il Brescia a un mercato low cost, come se non bastasse la situazione debitoria rilevata a gennaio. Non c’è stata via di mezzo tra giovani e anziani, con 10 dei 13 nuovi arrivi nati dopo il 1990 e i 3 rinforzi rimanenti tutti sopra i 33 anni: Geijo, Abate, Castellini.
Veterani e imberbi, una squadra senza vie di mezzo che dovrà trovare presto – ma il lavoro estivo è stato d’aiuto – un equilibrio complessivo non semplice. Un dato tuttavia emerge chiaro ora che, salvo ricorso agli svincolati (occhio agli argentini Rivas e Garcia, esterno offensivo e «volante»), le bocce sono finalmente ferme. Quel macchione di facce vecchie e nuove, considerato il 12 luglio un acquarello temporaneo da raduno e non un quadro d’autore, corrispondeva invece alla rosa in gran parte definitiva. Erano già arrivati Somma e Venuti, difensori, entrami del 95 e già in Under 21; il terzetto in mediana Dall’Oglio Martinelli-Mazzitelli, i due esterni offensivi Embalo e Kupisz, l’attaccante Abate proveniente da Trapani come il mister. A loro si sono aggiunti un jolly difensivo come Paolo Castellini, un centrale nello stesso reparto quale Vincenzo Camilleri — ufficializzato ieri, ufficioso da giorni — e un’altra ala promettente come Simone Rosso. Più i rinforzi last minute.
Tredici giocatori di movimento nuovi sono tanti, la sforbiciata rispetto al passato è netta. Non solo budget, l’inversione di marcia è progettuale e (anti) sentimentale con le porte riaperte ai giovani più interessanti mandati a Brescia dalle big per crescere. Sino a un anno fa, persisteva l’obbligo di lanciare gli «under» a patto che fossero dei tesserati e potessero poi essere rivenduti sul mercato. Meno romanticismo, minor radicamento al territorio,
Prima punta classica, quasi un metro e novanta d’altezza, ha già un’attività da imprenditore avviata con il suo «Audience Labs» Ben 10 dei 13 nuovi arrivi sono nati dopo il 1990, gli altri 3 sono tutti sopra i 33 anni
certo. Allo stesso tempo, la possibilità di trovarsi già in inverno una rosa progredita in modo autonomo senza ricorrere a rinforzi esterni.
Si tratta di un rischio calcolato, non si poteva fare altrimenti. Le incognite restano, ci sono varie X da colmare e anche qualche variabile Y, Z, seguendo la moda dei calendari stilati in estate senza certezze. La rosa non appare da parte sinistra della classifica, ma ha una logica tattica. Nel 4-2-3-1 in testa a Boscaglia, ci sono due giocatori per ogni ruolo e almeno un jolly per reparto. Sarà un campionato duro, ci sarà probabilmente da soffrire. Ma in serie B, più dei nomi, conta la quadratura. Era il difetto maggiore del vecchio Brescia, quello nuovo è più fresco e allo stesso tempo, strano a dirsi, meno farfallone.