Nel 2014 «persi» 500 negozi di vicinato
I dati dell’osservatorio regionale: in provincia meno di 16mila botteghe
Il premier Matteo Renzi assicura che i consumi sono ripresi. E in effetti qualche saracinesca che torna a salire negli ultimi mesi la si è vista, anche a Brescia. Eppure secondo i dati dell’osservatorio regionale del commercio, l’emorragia di negozi registrata negli ultimi anni è stata pesante. In provincia di Brescia dal 2011 sono sparite più di mille botteghe (1.109 per l’esattezza, come ha rilevato Il Giorno). Nel solo 2014 si sono persi 509 negozi di vicinato, vale a dire i punti vendita che si trovano nei centri storici o nei quartieri.
I dati, va precisato, risalgono al novembre scorso e mettono a confronto i 12 mesi che vanno dal luglio 2013 al 30 giugno 2014. La fotografia a quella data dice che in provincia di Brescia erano aperti 15.821 negozi di vicinato contro i 16.330 di dodici mesi prima. Hanno retto meglio le botteghe alimentari (passate comunque da 2.829 a 2.793) mentre i negozi di altro genere hanno subito una flessione percentualmente maggiore. In tutto si sono persi 37mila metri quadrati di superficie di vendita. In pratica come due Freccia Rossa.
Ci sono comuni, va detto, dove i negozi sono cresciuti. Per esempio Adro (+4), Desenzano (+7), Darfo (+45), Montichiari (+17). Altri, come il comune capoluogo, dove la flessione è stata importante: secondo i dati dell’osservatorio regionale i negozi di vicinato sono passati da 4.303 a 3.997. Una flessione ancora più marcata se si pensa che nel 2011 le botteghe erano 4.709.
Nonostante la crisi, non si è invece arrestata la crescita di medie e grandi strutture di vendita, le nuove cattedrali dello shopping. Bastino un paio di esempi. In base ai numeri dell’osservatorio i centri commerciali autorizzati da Regione Lombardia sono passati dai 33 del 2005 ai 42 registrato nel 2014. Più in generale la superficie delle grandi strutture di vendita in 10 anni è salita da 517mila metri quadrati a 664mila.