Ripiego necessario ma è un’incognita Sarà un’annata dura
Malgrado i 33 anni abbondanti, Alex Geijo resta un vecchio quesito irrisolto, un mistero di attaccante. Nel gennaio 2010, per intenderci, quando aveva 28 anni l’Udinese sborsò per lui 2,5 milioni, mentre oggi la sua valutazione secondo Transfermarkt non supera i 300mila euro: colpa dei pochi gol (5 negli ultimi 3 anni) e di qualche infortunio. Tuttavia, a patto che sia integro (e infatti non è un caso abbia già sostenuto le visite) per la B resta un buon centravanti, non eccelso in nulla ma completo, e infatti difficilmente chi lo ha avuto — ad esempio Stramaccioni — ne ha mai parlato male, tutt’altro. Non è Mancosu né Cacia, non ne ha né la qualità assoluta né il senso del gol, ma onestamente le due trattative non sono mai parse del tutto realizzabili, forse più spot che altro. Geijo è in sostanza quello che passa il convento, ma poteva andare peggio. Ad esempio poteva non arrivare nessuna punta, e quello sarebbe stato un guaio dati i leciti e serissimi dubbi sulla tenuta di Caracciolo, al palo ancora per diverse settimane. L’estate ci consegna così un Brescia sperimentale, di certo imperfetto, entusiasta e giovane, e quindi acerbo. Ecco perché il ruolo di Boscaglia diventa cruciale: a lui il compito di trasformarlo in squadra per centrare l’obiettivo reale, la salvezza. Questo è meglio non dimenticarlo.