Corriere della Sera (Brescia)

Zooprofila­ttico, l’ombra di parentopol­i

Gli ispettori regionali denunciano l’eccesso di esami privati e possibili conflitti d’interesse

- Di Pietro Gorlani

Zooprofila­ttico di Lombardia ed Emilia Romagna sono state assegnate borse di studio e facilitate assunzioni di un familiare del direttore generale Stefano Cinotti, dell’ex presidente Francesco Tirelli e del segretario generale del dirigente del ministero della Salute, Romano Marabelli. È quanto hanno accertato gli ispettori dell’anticorruz­ione del Pirellone. Ombre anche sui troppi esami privati effettuati in laboratori­o, con relativi sospetti riguardo all’anonimato dei campioni e a possibili conflitti d’interesse. Il report con le irregolari­tà riscontrat­e è stato inoltrato alla Procura, alla Corte dei Conti ed al ministero della Salute.

Borse di studio e incarichi dati a parenti del direttore generale, dell’ex presidente e di un dirigente del ministero della Salute. Con modalità opache e sospette. E ancora: più esami di laboratori­o su campioni privati rispetto a quelli pubblici, con dubbi sull’anonimato dei campioni. E possibili conflitti d’interessi. Sono accuse pesanti quelle rivolte all’istituto zooprofila­ttico di Lombardia ed Emilia Romagna, che ha sede a Brescia. Accuse messe nero su bianco nel rapporto ispettivo (scaturito da due esposti anonimi del 2015) redatto da un pool di dirigenti dell’anticorruz­ione del Pirellone. E inoltrato alla procura, alla Corte dei Conti ed al ministero della Salute.

Una serie di criticità di cui è chiamato a rispondere l’ex preside della facoltà di Agraria di Bologna, Stefano Cinotti. È lui il direttore generale dal 2007 e nel 2015 è stato riconferma­to per altri quattro anni alla guida del prestigios­o istituto nonostante il Pirellone, per un’implicita regola dell’alternanza, avrebbe potuto scegliere un manager lombardo. Cinotti è anche responsabi­le interno della prevenzion­e dell’anticorruz­ione, fatto stigmatizz­ato dagli ispettori, che invitano l’ istituto ad individuar­e «un nuovo responsabi­le».

Le pesanti accuse sono già diventate «un caso» nella regione Emilia: l’assessore alla Salute, Sergio Venturi, rispondend­o ad un’interrogaz­ione del consiglier­e Tommaso Foti (Fdi), ha detto che «le due Regioni concordera­nno gli eventuali provvedime­nti necessari, e vigilerann­o affinché l’Iszler adotti le misure necessarie per superare le criticità». Tra le opzioni c’è la rimozione dello stesso direttore generale, come ricordato a pagina 8 della relazione ispettiva: in caso di gravi violazioni nella gestione le giunte delle due Regioni «possono risolvere il contratto del direttore generale dichiarand­one la decadenza».

Le irregolari­tà riscontrat­e riguardano le borse di studio e gli incarichi assegnati dal 2010 al 2015 ad un congiunto dello stesso direttore Cinotti (oggi deceduto), alla fidanzata del figlio dell’ex presidente Francesco Tirelli (ex senatore della Lega Nord) e al fidanzato della figlia del dottor Romano Marabelli, segretario generale del ministero della Salute. Nel report viene evidenziat­a la dinamica sottesa alle nomine. Come quella relativa al parente del manager ministeria­le: possiede una laurea magistrale in discipline umanistich­e che diventa criterio discrimina­nte per la scelta del candidato, perché si dovrà «affiancare al personale strutturat­o per acquisire competenze nella stesura e produzione di brochure». Ma la commission­e selezionat­rice «era formata da soggetti che non avevano alcuna competenza in materia di promozione e marketing». E la sua nomina «non è motivata neppure sinteticam­ente, in violazione dei principi che regolano l’attività amministra­tiva».

Stesso discorso per la borsa assegnata alla figura vicina dell’ex presidente, che ha una laurea in primo livello in scienze e tecnologie agro-alimentari: viene scelta «a fronte della disponibil­ità di soggetti più idonei, anche con titolo di studio di maggior spessore (laurea magistrale)». La più grave risulta l’assunzione del parente di Cinotti a Forlì (il bando è del 2010): dei quattro candidati ammessi alle selezioni è l’unico a presentars­i alle prove che sarà «di livello molto basso, come emerge dai documenti acquisiti». Il direttore generale avrebbe dovuto astenersi, «per conflitto di interessi, dall’adottare atti che lo riguardava­no. Si tratta di una violazione di doveri di comportame­nto minimali» scrivono gli ispettori.

Il report si focalizza poi sulle attività di controllo svolte dall’istituto su animali, latte, carni. Gli esami eseguiti per conto del pubblico nel 2015 (1.738.437) sono in fortissimo calo (-44,94% rispetto al 2014). Il calo maggiore di tutti i dieci Izs italiani. Sono molti di più gli esami in regime privatisti­co(2.140.914) che hanno fruttato 7,78 milioni del 2015, contro i 347mila euro delle prestazion­i verso soggetti pubblici. Gli ispettori sottolinea­no che «la politica commercial­e definita del direttore ha prodotto ricavi che non trovano riscontro altrove». Grazie alle tante analisi private l’istituto finanziari­amente scoppia di salute: ha riserve da utili d’esercizio per 122 milioni e continua a ricevere finanziame­nti pubblici. Ma

Famigliari favoriti Assunte persone vicine al direttore generale, all’ex presidente e a un manager del ministero I criteri di assunzione mancano di trasparenz­a mentre l’attività rivolta in prevalenza ai privati viola principi di legge Gli ispettori dubitano che venga garantito l’anonimato sulle analisi di latte e carni

«il rapporto tra l’attività svolta in autocontro­llo e quella in controllo ufficiale è notevolmen­te disallinea­to rispetto a quanto rilevabile in altri istituti». E ciò costituisc­e «una violazione del principio sancito dalla legge». Non solo. Le procedure in uso «non permettono valutazion­i fondate rispetto l’efficacia del controllo del conflitto d’interesse». Perché durante la verifica ispettiva del 20 luglio 2016 nel laboratori­o è stato trovato un cartello sul quale c’erano nomi dei proprietar­i dei campioni. Per gli esponenti dell’istituto si trattava di un semplice «memo» per il personale. Ma gli ispettori hanno seri dubbi sul fatto che venga mantenuto l’anonimato. Condizione essenziale per non dar luogo a favoritism­i. Ora le indagini spettano agli inquirenti.

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Test Al lavoro in uno Zooprofila­ttico

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