Corriere della Sera (Brescia)

Il Brescia al Menti mister Cagni chiede lo sprint

- di Luca Bertelli

«Questa partita è un derby, ci teniamo a fare bene e non vediamo l’ora di giocarla» (Dimitri Bisoli, mercoledì scorso). «Per me il derby, da bresciano, in verità è solo con l’Atalanta» (Gigi Cagni, ieri). Derby o non derby, per dirla alla Venditti, il Brescia oggi va a Vicenza accompagna­to da circa 600 tifosi che tornano al Menti, muniti di tessera del tifoso, dopo il niet dell’anno scorso (in seguito ai noti incidenti del 28 aprile 2015) quando una doppietta di Caracciolo fece esultare tre, stoici, supporters non residenti in Lombardia. Se quella di oggi non è la gara dell’anno, ci si avvicina molto.

Mancherann­o altre dieci sfide dopo quella odierna, ossia quelle che il nuovo allenatore delle rondinelle si è dato per riuscire a salvare la sua squadra. «Ho visto molti progressi in settimana, per questo sono sereno. Non sono preoccupat­o, piuttosto elettrico: sono in attesa, come tutti, delle risposte del campo. Perché i giocatori del giovedì non mi servono», ha detto, facendo pretattica sulla formazione e annunciand­o solo tre titolari su undici: «Giocano Minelli, Stefano e Andrea», che stanno per Mauri e Caracciolo, i capisaldi cui ha dato responsabi­lità e attenzioni sin dal primo allenament­o, chiamandol­i subito per nome e per cognome, un po’ come avviene a scuola. Cagni, non a caso, chiama «Giampi» anche Pinzi, di nuovo tra i convocati e pronto ad andare in panchina dopo aver sconfitto, prima del previsto, il problema all’omero. Sarà il terzo tenore del suo coro, magari da mezzala, avvicinand­olo di più alla porta come ai tempi dell’Udinese. Tempo al tempo. Il futuro è già adesso, chi non ci crede può capirlo guardando la classifica: il Vicenza ha 33 punti, ad oggi sarebbe salvo; il Brescia ne ha 32 e, anche senza considerar­e la certa penalizzaz­ione del Latina, per ora è tra color che stan sospesi. Si legge play out e nel calcio è quanto di più simile all’idea dantesca del purgatorio. Per evitarlo, bisogna almeno evitare di perdere questo pomeriggio anche se la vittoria, che in trasferta manca dal 30 settembre 2016, avrebbe il sapore della svolta vera. «E’ una partita di calcio, questo è il lavoro più bello del mondo. Io sono molto contento, non sono preoccupat­o. E loro devono fare la stessa cosa, i ragazzi non devono contrarsi», dice Cagni, che si era imposto di entrare nella testa dei suoi giocatori e ci sta provando per davvero. Ha vestito il Brescia di un modulo nuovo, il 4-1-4-1 (oggi in rampa di lancio Ferrante e Camara in attacco, tornano Blanchard e Coly in difesa), ha puntato sulla brillantez­za per liberare le gambe, ma la molla per effettuare un balzo in classifica è anche psicologic­a.

Poi ci sono gli avversari, nel calcio contano. Il Vicenza è diventato “social” per aver arruolato Amelia e Zaccardo; ha tanti giocatori di talento, Bellomo e De Luca su tutti, eppure il bomber è Pucino con 4 gol. Qualche problema ce l’ha anche Bisoli padre, Pierpaolo. Oggi contano solo i punti, valgono triplo. Derby o non derby.

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Determinat­i Mauri e Caracciolo potrebbero fare la differenza (LaPresse)

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