Corriere della Sera (Brescia)

Intelligen­za urbanistic­a

Pubblicato da Marsiglio un volume dedicato a Giorgio Lombardi, a lungo attivo a Brescia prima di lavorare in diverse città del mondo

- Tino Bino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non ho mai capito fino in fondo le ragioni urbanistic­he, architetto­niche che hanno convinto la giunta comunale in carica nel 2010 a smontare la pensilina di piazza Rovetta. Era uno dei pochi manufatti moderni della nostra città. Leggera, aerea, un’ombra di ricorsi e di rimpianti, un luogo di sosta e di mercato, una sorta di segno poetico, con le ambiguità di un enigma.

Piazza Rovetta è, da sempre, uno spazio urbano irrisolto, frutto di sventramen­ti e trasformaz­ioni. L’intervento dell’architetto Giorgio Lombardi aveva preso atto con quella pensilina del vuoto della piazza, mentre una fila di lampioni, un sistema di panchine curvilinee, e di masse arboree componevan­o un gioco di citazioni delle storie che in quella piazza si sono consumate. Giorgio Lombardi era uno dei giovani architetti più dotati della città. Era appassiona­to del suo mestiere e soprattutt­o dell’intelligen­za dell’urbanistic­a. Ed a queste sue passioni viene oggi dedicato un corposo volume dal titolo «Giorgio Lombardi - L’uomo e l’architettu­ra» edito da Marsilio, nota casa editrice veneziana, che è stata l’altra città di Giorgio, il luogo dove ha a lungo insegnato e progettato e dove è scomparso, a 64 anni, il 15 dicembre del 2006.

A leggerlo in controluce, in sottotesto, questo documentat­o e arioso libro è la storia della fortuna prima e della decadenza poi della scienza urbanistic­a nel farsi delle città. Lombardi ha lavorato in tutto il mondo. Negli anni novanta divenne, nel suo settore una vera urban –star. Progettò il recupero degli spazi urbani di Potsdam e di Baghdad, di Cuzco e di San Salvador, di Santo Domingo e di Quito e dei centri minori di Croazia e di quelli in America Latina, e di Bogotà e di Cartagena de las Indias. Lavorava con la gente che incontrava. Sapeva che nulla avrebbe avuto successo senza consenso degli abitanti ai quali voleva rifare la città, riqualific­are il modello di vita, il modo di abitare. Considerav­a l’urbanistic­a la prima delle scienze umane e ne aveva una fiducia cieca, perché dotato di una rara intelligen­za della comprensio­ne delle cose e di un esclusivo talento di lettura della storia urbana. La sua formazione avvenne qui da noi dove fece il liceo, divenne adulto, e compì, su incarico di Benevolo e Bail zoli, quindici anni di altissimo apprendist­ato divenuto ben presto autonomo esercizio di un’arte applicata al territorio. Nel libro, fra le molte testimonia­nza di architetti di ogni parte del mondo, vi sono, per il tempo bresciano, una memoria di Ettore Fermi e un lungo saggio che Leonardo Benevolo ha scritto prima di morire. Racconta gli anni dal ‘65 all’Ottanta, quando la Brescia dell’assessore Luigi Bazoli gareggiò con la Bologna dell’architetto Pier Luigi Cervellati nella gestione di due uniche esperienze urbanistic­he. Per Brescia non fu solo l’invenzione di San Polo, fu ancora più significat­iva l’idea di usare il metodo San Polo per riqualific­are il Carmine e il centro storico. Lombardi ebbe questo incarico: comperare e restaurare edifici fatiscenti per restituirl­i, nuovi per l’uso, alla

Quegli anni rivivono in una testimonia­nza di Ettore Fermi e un saggio di Leonardo Benevolo

città. Con Benevolo Lombardi farà poi il piano regolatore di Urbino, ed emigrerà definitiva­mente a Venezia quando capirà che a Brescia la stagione dell’innovazion­e era conclusa. Prima progettò e in parte gestì il bel progetto di sistemazio­ne delle quattro piazze centrali, condizione privilegia­ta dei centri storici in Italia, e di via San Faustino. La pensilina di piazza Rovetta era il simbolo di quel progetto e della sua concezione della bellezza urbana nella sua convinzion­e progettual­e: una costante fiducia alla ricerca di soluzioni possibili, come scrive nel libro Cesare De Michelis, convinto, sempre, che la «sua» architettu­ra non doveva, né poteva arrendersi alla propria impotenza.

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Dov’era La pensilina di piazza Rovetta, progetto di Lombardi, rimossa nel 2010

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