Corriere della Sera (Brescia)

William sale in cattedra: «Via dagli amori malati»

Sfigurato con l’acido dalla ex, domani parla agli studenti al Lunardi

- Rodella

Cinque anni fa è stato sfregiato con l’acido dalla ex fidanzata. Domani sarà protagonis­ta di una lezione al Lunardi. «Dirò ai ragazzi di fuggire dagli amori malati, di non fare come ho fatto io». (Campanelli/LaPresse)

Pisio, il suo adorato meticcio di nove anni, abbaia sul pianerotto­lo. «Ma per favore, a chi vuoi darla a bere?!». Mamma Fiorella sorride e fa un passo indietro. Cuffia in testa e voce fiera, ti stringe la mano come forse non ti aspetti. Come se in quella presa ci fosse tutta la voglia di ribadire al mondo che lui mica l’ha mai persa la sua voglia di vivere, anzi. Cinque anni fa la sua ex l’ha aggredito con l’acido (e un complice, condannati in via definitiva) e la sua sete di un domani William Pezzulo, 31 anni il 7 febbraio, ex barista di Travagliat­o, se l’è pure tatuata sul braccio sinistro, sopra le cicatrici ormai spianate. Sulla spalla, una chiave di violino («la musica, mia grande passione») dentro un sole circondato da farfalle («sono il mio futuro, bellissimo, perché è così che lo vedo»); sotto, un bambino aggrappato al tempo, a indicare «i due anni e mezzo che ho passato in ospedale». E ancora un fiore di loto, «la mia rinascita». Per ricomincia­re. Ricomincia­re dalla battaglia infinita contro la burocrazia, «perché ogni giorno cerco di combattere una direttiva del governo che prevede un fondo» per le vittime come lui, «ma è sostanzial­mente inaccessib­ile». A volte si sente «solo» William, dimenticat­o dallo Stato. Gli amici no, quelli veri ci sono eccome. Una lieve smorfia rivela il dolore costante al collo a causa degli «innesti troppo corti che hanno provocato lo schiacciam­ento di una vertebra lombare».

Non è arrabbiato, «non lo sono mai stato». Ricomincia­re significa anche tornare a scuola, ma in cattedra. Perché domani mattina William ci metterà la faccia, quella sfregiata dall’acido, per parlare con quasi duemila studenti del Lunardi in occasione di un’assemblea di sensibiliz­zazione contro i maltrattam­enti interverra­nno la professore­ssa Patrizia Dalla Bernardina, gli avvocati Carolina Margani e Ippolita Sforza, ci saranno anche contributi audio e video. Sulla locandina, un cuore libero e un cuore incatenato. «Voglio spiegare ai ragazzi che esiste anche la violenza sugli uomini, nonostante se ne parli meno». Ma soprattutt­o «devono sapere che quando un amore diventa malato, se una relazione è sbagliata, bisogna ascoltarne i primi segnali e andarsene subito». Lui cercò di correggere il tiro. «Ma non è possibile. Ragazzi, coglieteli quei segni, significa che c’è qualcosa che non va. Non commettete il mio errore, allontanat­evi».

Nel curriculum di William, un patentino Ecdl in informatic­a conseguito all’Unione ciechi; sul corpo, invece, i segni di oltre trenta interventi. Dall’occhio destro è «nebbia fitta», il sinistro è perso. Ma lui ci scherza, sul suo calvario, aggrappand­osi a un’autoironia innata. «Insomma, le orecchie non me le infilo sempre, che poi se me le tirano tipo per farmi gli auguri e si staccano è un casino!». Ricorda quanto gli è piaciuta pasta e ceci dopo venti giorni di sondino naso gastrico a Genova – «eppure la detestavo» – o la prima uscita in giardino con il padre e un infermiere: «C’è un’aria da tagliare le orecchie». «Beh, tanto io non le ho più!». E ancora, le terapie antidolori­fiche a base di chetamina: «Che botta. Giocavo a fare l’arciere con le flebo e scherzavo con mia madre sul fatto che avesse un figlio sotto l’effetto di stupefacen­ti». Pisio non la smette di scodinzola­re: è pronto per fare di nuovo la guardia al suo adorato padrone. «Ma guarda che a scuola non puoi venire».

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 ??  ?? William Pezzulo Ha coperto alcune cicatrici con tatuaggi (Campanelli/LaPresse)
William Pezzulo Ha coperto alcune cicatrici con tatuaggi (Campanelli/LaPresse)

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