Corriere della Sera (Brescia)

Strage, cambia la voce narrante

Don Corazzina nuova voce narrante del corteo commemorat­ivo

- Thomas Bendinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Don Piero Lanzi ha ceduto il testimone a Fabio Corazzina: sarà sua la nuova voce narrante del corteo che domenica mattina ricorderà il 43esimo anniversar­io della strage di piazza Loggia. Ricordo «che a Brescia non sarà mai retorico», dice.

Oggi a palazzo Loggia viene presentato il programma delle numerose iniziative dedicate al 43esimo anniversar­io della strage di Piazza Loggia del 28 maggio 1974. Domenica sarà come sempre la giornata clou, con la piazza impegnata da mattina presto a sera inoltrata. Al mattino ci sarà però una novità, almeno per chi frequenta la piazza da sempre in occasione del 28 maggio. La voce narrante del corteo delle delegazion­i delle fabbriche, delle scuole e degli enti istituzion­ali non sarà più quella di don Piero Lanzi, impossibil­itato per motivi di salute, ma quella di Don Fabio Corazzina. A deciderlo l’Archivio storico Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani della Camera del Lavoro di Brescia, che ha sempre gestito questa parte della mattinata della commemoraz­ione.

Don Fabio, come mai questa sostituzio­ne?

«Nessuna sostituzio­ne, non chiamiamol­a in questo modo. Don Piero, per problemi di salute e di energia, non ce la fa più a essere presente in piazza tutta mattina. E così mi hanno chiesto se posso farlo io. Ho accettato ben volentieri, e spero che abbiano riconosciu­to in me anche una storia e un desiderio di giustizia».

Si ricorda il giorno della strage?

«Certo, avevo 14 anni allora, ero già in seminario, ci ero andato anche per andare via dal paese. E mi ricordo che ci lasciarono andare in piazza il pomeriggio. Mi ricordo il clima della città, intimorita, ma anche la voglia di riscatto, la tensione dei funerali, una chiesa che aveva il coraggio di restare in piazza. Brescia colpita ma capace di reagire insomma, a volte con rabbia ma desiderosa di futuro. E per me, adolescent­e, fu cosa davvero sorprenden­te conoscere il male e, allo stesso tempo, il grande desiderio di vita».

Ha chiesto consigli a Don Piero su come stare in piazza?

«Certo, sono andato a trovarlo proprio questa mattina (ieri per chi legge, ndr). Ma chi lo conosce sa che Piero è molto intelligen­te e sa che le persone ad un certo punto devono camminare da sole. E così mi ha detto. Guardi, una cosa che mi ha sempre molto colpito di Don Piero è proprio la fiducia e la stima che ha nelle persone».

Sono passati 43 anni dalla strage, c’è un rischio retorico in queste commemoraz­ioni?

«Il rischio c’è sempre, ma non per Brescia: è stato un fattaccio troppo grosso. E davanti a questo ognuno tira fuori il meglio di sé. E il portare un fiore è un regalare qualcosa alla città, è un rilancio della nostra cittadinan­za, dove ognuno si mette in gioco». Come vede la città oggi? «Siamo in tempi molto diversi e dobbiamo essere in grado di riprenderc­i in mano. La città però fa fatica a vivere le periferie, l’accoglienz­a. È una città che perde in spirituali­tà, e non mi riferisco all’andare a messa o meno. Questa città non deve perdere l’anima: io ci credo, sono ottimista, ma avverto fatica».

Il senso dello stare in piazza 43 anni dopo sta anche in questo?

«Certo, il ritrovarsi in piazza è il ritrovarsi come cittadini. Io sono sempre venuto in piazza Loggia con lo spirito di educarmi alla cittadinan­za e di partecipar­e. Esserci è un atto di fedeltà a questa città, e non è mai occasione di memoria, ma è cavalcare il futuro. È sentirsi cittadini».

 ?? L’esplosione ?? I primi soccorsi dopo lo scoppio della bomba in piazza Loggia avvenuto alle 10.02 del 28 maggio del 1974
L’esplosione I primi soccorsi dopo lo scoppio della bomba in piazza Loggia avvenuto alle 10.02 del 28 maggio del 1974

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