Apindustria, Sivieri confermato: serve un sottosegretario alle pmi
Lancia un appello a Pasini (Aib): «Spero in una fattiva collaborazione»
Una «forte presenza sul territorio», a fianco delle aziende. «Con una visione meno politica e più imprenditoriale: la nostra – dice Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia – è un’associazione molto meno interventista».
Il titolare della IT Core Spa, che ieri ha depositato la propria ricandidatura in associazione, ha colto l’occasione per fare un bilancio di questi tre anni, tracciando alcune differenze rispetto all’Aib di Marco Bonometti. «La nostra filosofia – ha detto Sivieri – è quella di essere vicini agli imprenditori e alle loro esigenze, non ci occupiamo di questioni sociali e politiche del territorio». Alla vigilia dell’assemblea degli iscritti, che si terrà oggi, il presidente di Api Brescia si augura che il clima di fiducia continui: lui, che spera in «una fattiva collaborazione» con Giuseppe Pasini, guarda avanti e rivendica il lavoro fatto dal luglio 2014, quando prese in mano le redini dell’associazione: la battaglia sui pagamenti tardivi e insoluti che impattano sulle aziende («iniziativa nazionale partita da Brescia»), la campagna per l’accesso al credito e quella sui costi del- l’energia, l’attivazione dell’Ufficio Commerciale Estero, lo sportello 4.0 con le relative agevolazioni fiscali, l’internazionalizzazione. E poi le partnership, i tavoli istituzionali, i rapporti con le scuole (30 gli istituti con cui Api collabora), i 1.440 corsi attivati.
Per ora, quella di Sivieri è l’unica candidatura sulla quale il nuovo consiglio direttivo (15 componenti) si esprimerà. «C’erano validi professionisti che potevano sostituirmi» ammette Sivieri. Poi però il pressing su di lui è aumentato. Anche se il leader ritiene che i tempi siano ormai maturi per un’imprenditrice alla guida di Apindustria. Con 1.276 associati, Api Brescia rappresenta soprattutto aziende metalmeccaniche (72%), per un totale di 25 mila addetti e oltre 5 miliardi di fatturato. L’ossatura del sistema produttivo italiano sono le piccole e medie imprese (quasi il 90%), ma il progetto di un sottosegretariato alle Pmi («in Germania già esiste») non è ancora diventato realtà: «qui la politica non ci sente», sostiene Sivieri. Che nei prossimi anni non esclude un referendum sull’euro. «Io me l’aspetto – dice Sivieri – non sono spaventato». E Brexit? «Loro però non avevano la moneta unica». Insomma, il mondo imprenditoriale parla da tempo di euro, «l’importante – ripete il leader Api – è che si faccia una discussione seria. E non politica».