Discutendo di libertà tra filosofia e teologia
Èuno dei temi dove filosofia e teologia si intersecano e reciprocamente si interrogano a partire dal differente sguardo sul mondo: la filosofia verte sulla «ousia» — la cosa nel suo manifestarsi; la teologia sul «paradosso», quando ciò che appare è sconvolto da qualcosa che lo trascende e lo fonda. Una differenza che può diventare vertiginosa quando in gioco è la libertà: libertà innanzitutto dell’uomo, in senso ontologico ed etico-politico; libertà di Dio (quello ebraico-cristiano) come assolutezza della sua volontà di creare il mondo dal nulla; libertà come problema della relazione tra Dio e le sue creature, innanzitutto l’uomo. Una costellazione di problemi e domande che hanno attraversato la storia del pensiero occidentale, ora affrontati in un libro chiaro e sistematico di Raffaele Maiolini («Libertà», Cittadella editore, che viene presentato oggi alle ore 18 alla libreria Paoline di via Gabriele Rosa, con l’autore, Alberto Anelli e Luca Ghisleri). L’autore, teologo e docente presso l’Università Cattolica, delinea un doppio percorso: una genealogia della riflessione occidentale sulla libertà, e una genealogia della libertà. Se il primo percorso è una disamina del concetto di libertà nella storia del pensiero filosofico e teologico, dalle origini greche e bibliche fino all’età contemporanea, il secondo è una riflessione teoretica sulla libertà nella relazione uomomondo-Dio. Libertà, dal punto di vista ontologico e politico, come «libertà da» (non impedimento) e «libertà di» (capacità di iniziativa); libertà, dal punto di vista intersoggettivo ed etico, come «libertà per» (quali scelte fare per gli altri?) e «libertà con» (come convivere decentemente in una vita buona con gli altri?). Due coppie di categorie che aiutano il lettore a districarsi in uno dei temi più controversi. Maiolini, fedele alla sua natura di teologo, riafferma che la fede nel Dio cristiano aiuta a risolvere le antinomie in cui ogni esistenza si imbatte nella propria esperienza di vita. Nondimeno, il suo rigore non gli fa dimenticare che non necessariamente quella che è una soluzione teologica rappresenti anche una risposta filosofica ad aporie esistenziali e logiche. Sta forse qui il fascino maggiore del libro: il dialogo tra teologia e filosofia, che attraversa ogni pagina, non coarta la distanza tra i due sguardi. Anche perché, come ricordava Jaspers, nella relazione tra Dio, l’uomo e la libertà sta uno dei più inestricabili enigmi, che ha dato e sempre darà a pensare.