Rischi ambientali, polizze truffa
Un paio consegnate in Provincia: dovevano coprire danni per 20 milioni di euro
La Guardia di Finanza ha scoperto un giro di polizze fideiussorie tossiche per un valore fittizio garantito di oltre mezzo miliardo di euro. Arrestati due promotori e sequestrati beni per 640 mila euro. Le indagini proseguono.
Il suo paese delle meraviglie l’aveva creato a cavallo tra l’Italia e il Regno Unito. Lui, ciociaro di nascita, che si faceva chiamare Jack Carroll (nome simile allo pseudonimo dell’autore di Alice’s Adventures in Wonderland) si era specializzato proprio in «illusioni». Grazie alla complicità di altre dieci persone, al suo inglese fluente e alla preparazione in campo assicurativo, era riuscito a piazzare polizze fideiussorie «tossiche» in vari enti sparsi in giro per l’Italia. Fideiussioni necessarie in alcuni contesti economici, come gli appalti pubblici e il settore della gestione dei rifiuti, per il rilascio dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale. Vittime della maxi truffa imprese che gestiscono discariche. E gli enti che ricevevano le fideiussioni a garanzia. Tra loro anche la Provincia di Brescia: due polizze, una per coprire un eventuale danno di 3 milioni di euro e la seconda per 17 milioni di euro.
Ma, vittime finali, come ha precisato il procuratore aggiunto Sandro Raimondi presentando insieme al procuratore Tommaso Buonanno l’operazione «Garanzia» del Gico della Finanza, tutti i cittadini che si sarebbero trovati senza alcuna copertura assicurativa in caso di disastro ambientale. Perché l’illusione di Carroll era proprio questa: garantire un’assicurazione a copertura di eventuali danni creati all’ambiente, con carte pregiate, postille e sigilli dorati di notai inglesi. Ma nella realtà le società erano solo dei cloni, delle scatole vuote. A guadagnare erano solamente lui e i suoi complici. I timbri e i sigilli dorati erano nella sua abitazione di Latina, dove la maxi truffa ha preso corpo e si è realizzata tra l’estate del 2014 e l’ottobre del 2015. Ieri «Carroll» è finito in carcere, insieme al prestanome romeno che lo aiutava nei suoi traffici, mentre altre nove persone sono indagate. Agli undici sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, truffa, illecita intermediazione assicurativa con l’aggravante della transnazionalità. All’organizzatore, al prestanome e a un terzo indagato sono stati sequestrati beni per oltre 640 mila euro.
L’indagine è nata mentre le Fiamme Gialle eseguivano alcuni accertamenti in materia di rifiuti. Analizzando una polizza emessa a favore della Provincia di Brescia ha incuriosito la provenienza: Londra. E la Finanza è andata a fondo: le società che avevano emesso le polizze erano reali, ma inattive dal 2008. Con estrema maestria erano stati falsificati il logo, il nome della società cambiava solo per una lettera o per qualche cifra. Le società fittizie erano intestate al prestanome romeno. Nell’organizzazione c’erano altri prestanome e un broker grossista. Le polizze - realizzate a regola d’arte — dall’Italia venivano portate a Londra per la postilla, poi con un corriere tornavano in Italia e il gruppo si ripartiva il profitto al netto delle provvigioni versate ai broker (alcuni hanno confessato di essere a conoscenza del giochetto).
Le polizze sembravano assolutamente autentiche. E facevano gola alle società: costavano molto meno di altre. Una differenza di prezzo che, secondo gli inquirenti, avrebbe dovuto
Sandro Raimondi Un’inchiesta importante che interessa tutto il territorio nazionale: allertate tutte le altre procure Le società erano clonate. Timbri e sigilli trovati nelle base della banda, nel Lazio
insospettire chi le sottoscriveva (tra i sottoscrittori SystemaAmbiente, Ecoeternit, Rmb Spa e tante altre). Una trentina i contraenti ignari che le hanno sottoscritte per un ammontare di 550 milioni di euro, 178 milioni per il rischio ambientale. Le polizze fideiussorie tossiche finivano a garanzia in enti e società. «La Provincia di Brescia, Regione Lombardia, il Comune di Bari, Brescia capitale, Trenitalia, Italfer, Consip, Rete ferroviaria» ne ha citati alcuni l’aggiunto Raimondi. L’inchiesta, come detto, non è ancora chiusa. Sono in corso ulteriori accertamenti per svelare un eventuale ruolo della criminalità organizzata; accertamenti per rogatoria anche sul notaio che a Londra firmava le polizze fideiussorie. L’indagine è partita da Brescia, ma vista la gravità della situazione, la procura nazionale antimafia ha inviato una direttiva alert a tutte le procure distrettuali nel territorio nazionale.