Fondazione per l’ospedale Civile l’assessore Gallera ora «frena»
«Non c’è ancora alcuna decisione: cercheremo di non creare appesantimenti burocratici»
«La fondazione non è un percorso già tracciato». L’assessore regionale al Welfare frena sull’ipotesi di una Fondazione Spedali Civili: «non sono contrario, ma prima valutiamo anche altri strumenti». Sulla riduzione di investimenti pubblici, «non ci sarà alcuna compensazione, le donazioni sono in aggiunta».
Prudenza. È l’atteggiamento di Regione Lombardia, che ha intenzione di valutare tutte le ipotesi in campo prima di avvallarne una: l’idea di una fondazione che affianchi l’ospedale Civile è tra le strade da percorrere, «ma non è un percorso già tracciato».
Le parole di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, riaprono il dibattito su quale sia lo strumento migliore per gestire i milioni di euro di donazioni che i privati ogni anno destinano al Civile di Brescia.
L’ipotesi più accreditata era quella di una «Fondazione Spedali Civili» all’interno della quale entrassero gli enti no profit che fanno riferimento alle diverse fondazioni Beretta, Berlucchi, Nocivelli e Comunità bresciana. E nonostante i consensi politici bipartisan, l’assessore frena: per ora la Regione «non ha assunto alcuna decisione sulla fondazione. Sul tavolo dell’assessorato — spiega Gallera — il tema non è mai stato posto in maniera formale e strutturale». È vero che più volte il direttore generale del Civile Ezio Belleri ha interessato l’assessorato regionale su questa proposta (come conferma lo stesso Gallera), ma per l’assessore un conto è ragionare «su come massimizzare le risorse e i lasciti dei privati», un altro è scegliere una strada: «non ho nessuna contrarietà all’idea della fondazione, ma prima — sottolinea Gallera — voglio valutare bene tutti le ipotesi».
Sono almeno tre: la prima è quella della fondazione, la seconda è che il fondo speciale creato nel 2007 (all’interno della Comunità bresciana) possa continuare a operare, la terza strada è quella di amministrare donazioni e lasciti fatti dalle singole fondazioni che «ristrutturano ale interi di ospedali, comprano macchinari costosi e finanziano attività specifiche. Senza che tutto questo — sottolinea Gallera — comporti un arretramento dei finanziamenti pubblici».
L’assessore prova a gettare acqua sul fuoco di chi teme che le donazioni al Civile si traducano in un’eguale e corrispondente riduzione di trasferimenti da parte di Palazzo Lombardia: «se ci sono risorse in più tanto meglio — dice — ma non facciamo compensazioni: anche sul fronte dei costi di ricovero e cura non abbiamo mai immaginato che le risorse del privato riducessero quelle pubbliche». Insomma, Gallera frena sulla Fondazione Spedali Civii, ma non si può escludere che dietro questo ripensamento ci possano essere i timori di tutti quegli operatori efficienti della sanità che, al pari del Civile, hanno goduto dei finanziamenti messi a disposizione negli anni da enti generosi come, ad esempio, Berlucchi e Beretta. «Tutto ciò che rafforza gli ospedali è benvenuto — è la sintesi di Gallera —, ma cerchiamo di non creare appesantimenti di carattere burocratico».
Di certo il Civile è un ospedale di riferimento per l’emergenza e per quasi tutte le specialità, ma questo comporta costi di gestione alti. Quali risorse aggiuntive si possono ipotizzare? «Noi abbiamo cercato di investire molto in tecnologia e macchinari» è la risposta dell’assessore. Che di fronte alle carenze d’organico ricorda che la Regione, «nonostante i vincoli sulle assunzioni del Patto per la salute», ha deciso di andare «oltre la soglia di spesa consentita: stiamo splafonando di 160 milioni, non vogliamo depauperare troppo gli ospedali», spiega Gallera. Il suo auspicio, infatti, è che l’obbligo ministeriale di ridurre le assunzioni (da qui al 2020) «salti». Nel frattempo, l’altra sfida è convincere i medici di famiglia ad aderire alle cooperative per (co)gestire i malati cronici: a Brescia ne sono nate tre, «ma l’interesse sta crescendo. E se in questa fase — dice Gallera — dovesse partecipare anche solo il 35-40% dei medici, sarebbe un successo straordinario».
Gallera Vogliamo vagliare le ipotesi sul campo: ce ne sono almeno tre Sul Civile abbiamo già investito molto su tecnologie e attrezzature