Corriere della Sera (Brescia)

Società partecipat­e, in Broletto partono le dismission­i

Il presidente pronto a uscire da Fiera e Csmt. E per il D’Annunzio guarda ai bergamasch­i

- Di Vittorio Cerdelli

Alcune partecipat­e possono essere cedute senza alcun problema, ma per altre il presidente Pier Luigi Mottinelli è pronto a pestare i piedi. La Provincia, secondo il presidente, non può assolutame­nte rinunciare a Centro Padane, Fiera di Montichiar­i. E per il D’Annunzio «è il momento di legarsi all’aeroporto di Orio».

Enrico Marchi, ad di Save, è come Godot: a Montichiar­i lo aspettano ma non si vede mai. Dopo una stagione di annunci, affascinan­ti ma sterili, non si vedono neppure i soldi promessi per il rilancio dell’aeroporto D’Annunzio, controllat­o all’80% dalla Catullo di Verona (a sua volta controllat­a da Save, aeroporti di Venezia e Treviso). A Brescia, molti stanno perdendo la pazienza. «Sono molto perplesso e deluso dall’azione dei veneti, dopo due anni di annunci non si è visto nessun fatto concreto». Pier Luigi Mottinelli, presidente della Provincia, spiega di essere «in attesa di comunicazi­oni ufficiali: da un anno non ho nessuna notizia sul piano di rilancio». La soluzione, per molti, è salutare i veneti e stringere un’alleanza con i bergamasch­i. Montichiar­i sarebbe rilanciato prendendo i voli in eccedenza di Orio. «Sono sempre più convinto che la dimensione del D’Annunzio deve essere lombarda: vista la saturazion­e di Orio, l’aeroporto di Montichiar­i è una struttura necessaria anche per i bergamasch­i». In Veneto fischieran­no le orecchie: la Provincia è socia al 2,09% della Catullo spa e ha deciso di alzare la voce per difendere gli interessi del territorio. Del resto le società partecipat­e, demonizzat­e dal Governo, servirebbe­ro proprio a questo. Talvolta scatole vuote o carrozzoni ma (molto) più spesso necessarie per lo sviluppo socio-economico e con costi pubblici pari a zero, le partecipat­e dovrebbero essere tagliate con la Riforma Madia, varata due anni fa. Di rinvio in rinvio, però, le partecipat­e «non strettamen­te necessarie per le finalità istituzion­ali» continuano a sopravvive­re e lo faranno almeno fino al 2020.

Le società da dismettere

La Provincia di Brescia ne conta oggi 32, tutte di vecchia data e oggi senza oneri per le casse pubbliche. Secondo i dettami della Madia, ne saranno mantenute 17 perché strategich­e. Altre 5 sono già in liquidazio­ne e per le altre 10 il destino è segnato: dismission­e perché non necessarie. Vendere le quote, però, non è certo così semplice: in un anno di tentativi, il Broletto è riuscito a cedere solo un 10% di Csmt Gestione (100.000 euro) e 82.000 azioni di A4 Holding a Abertis (24,6 milioni). Scorrendo il piano di razionaliz­zazione, la Provincia dovrebbe cedere le quote di Isfor 2000, Csmt, Brescia Mercati, Banca Etica, Immobiliar­e Fiera di Brescia e di 5 cooperativ­e agricole. Nessuna di questa società grava sulle casse della Provincia che, dopo l’apporto del capitale iniziale non ha più speso un euro, e in nessun caso ci saranno risparmi di spesa. Due (Csmt Gestione e il Consorzio per la Realizzazi­one del Csmt ) sono in perdita pressochè perpetua e nelle stesse società gli amministra­tori non percepisco­no compenso. Tra le 5 società agricole, in due casi vengono pagati stipendi: a Alpe del Garda, il presidente Livio Leonesio percepisce solo 12mila euro all’anno, la Cissva – Caseificio Sociale versa invece 500 euro all’anno per ciascuno dei 7 consiglier­i, 15mila euro all’anno al vicepresid­ente Alessandro Galbarti e 51mila al presidente Giancarlo Panteghini. Mottinelli non ritiene strategica la Fiera di Brescia: «Pensiamo che in Provincia l’unica Fiera sia quella di Montichiar­i (controllat­a al 20% dal Broletto): Brescia si può inserire nel nascente polo fieristico dell’est lombardo con eventi e convegnist­ica. Credo che la Camera di Commercio stia lavorando bene differenzi­ando gli eventi in programma, la nostra posizione però non cambia».

Le società da mantenere

La Provincia manterrà le partecipaz­ioni in funivie, società per lo sviluppo turistico, Fiera di Montichiar­i, Consorzio Idroelettr­ico di Edolo, Aqm (consulenza e formazione), Garda Uno (multiutili­ty di rifiuti e energia) e nelle infrastrut­ture strategich­e come l’aeroporto Catullo (2,09%), Autostrade Lombarde (0,89%) e Autostrade Centro Padane (23%). Tramite le ultime due partecipaz­ioni, il Broletto controlla indirettam­ente Brebemi. «La quota in Centro Padane è necessaria e ribadiamo il nostro impegno nella società», spiega Mottinelli. Nonostante abbia lanciato una polemica per la conferma del cda di Autostrade Lombarde, il Broletto manterrà la partecipaz­ione: «Il Consiglio è stato rinnovato senza coinvolger­e le realtà locali ma non usciremo: la A35 è un’infrastrut­tura importante per il territorio». Brebemi ha chiuso ancora in perdita. «Con questa partecipaz­ione, strategica, monitorere­mo i costi. In ogni caso non parteciper­emo a eventuali aumenti di capitale».

32 in portafogli­o, 17 resteranno, 5 in liquidazio­ne, 10 dismesse

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D’Annunzio Per Mottinelli è urgente un accordo con l’aeroporto di Orio al Serio

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