L’export cresce Previsioni buone per tutto l’anno
La conferma da una ricerca di Apindustria su cento aziende
Il botto dell’export bresciano del primo trimestre dell’anno (+8,7% sul 2016) potrebbe trovare conferma per tutto il 2017. Lo dicono i dati nazionali e la ricerca realizzata da Apindustria su 100 piccole e medie imprese associate.
Il botto dell’export bresciano del primo trimestre dell’anno (+8,7% sul 2016) potrebbe trovare conferma per tutto il 2017. Lo dicono i dati aggregati a livello nazionale, secondo i quali la crescita delle esportazioni è diffusa in tutte le regioni del Paese e lo suggerisce la ricerca realizzata dal centro studi di Apindustria su un campione di 100 piccole e medie imprese associate. La metà del campione, nei primi sei mesi dell’anno, segnala esportazioni in aumento nei primi sei mesi dell’anno, un 10% delle quali in modo significativo. Dell’altra metà del campione la gran parte conferma invece i volumi più recenti, comunque in crescita rispetto al passato. La meta principale dei beni e servizi bresciani resta l’Unione Europea, in lieve calo sembra la Russia (in controtendenza rispetto al dato nazionale). Non solo, le previsioni volgono al bello anche per i prossimi sei mesi e una parte significativa del campione, più di due imprese su tre, ha espresso la volontà di «espandere la dimensione estera dei propri commerci». Secondo lo studio esportazioni e dimensione aziendale vanno a braccetto: più è grande l’azienda, più è strutturata e diversificata la rete commerciale con l’estero. Questo aspetto si collega alle difficoltà riscontrate dalle PMI nello sviluppo internazionale. Le imprese lamentano infatti tra le difficoltà principali la carenza di personale dedicato (38%) e la dimensione aziendale (31%). «La creazione dell’Ufficio Estero, con personale dedicato operativo da un paio d’anni - spiega il vicepresidente di Apindustria con delega all’internazionalizzazione Alessandro Orizio - vuole essere uno strumento di aiuto alle imprese per superare questi ostacoli. Nel rapporto del Centro Studi non per caso emerge che proprio la carenza di personale dedicato rappresenta, per le imprese che iniziano nel 2017 ad affrontare mercati esteri, il primo problema da risolvere.