Alla Ori Martin l’utile prende il largo Investimenti duplicati
Boom dell’utile e degli investimenti nell’ambiente per Ori Martin spa, gruppo presieduto da Uggero de Miranda leader nella produzione di acciai speciali per i settori dell’automotive, bulloneria, meccanica e costruzioni. La congiuntura nella quale opera Ori Martin è tiepidamente positiva: se il comparto costruzioni resta in grande difficoltà con ordini ai minimi storici, la metalmeccanica cresce in modo moderato mentre sale a tassi sostenuti la produzione di autoveicoli e rimorchi.
Nel complesso, il gruppo ha prodotto 665 mila tonnellate di acciaio e 565 mila di laminato con una variazione sul 2015 di +1,8% per le billette e di -2,4% per i laminati. Pesa su questo calo l’incendio avvenuto a ferragosto dello scorso anno nello stabilimento di Ceprano (Frosinone), che ha imposto lo stop alla produzione fino a dicembre.
Il fatturato, calato del 7,8% a 372,1 milioni (332 relativi alla capogruppo), è influenzato soprattutto dalla riduzione del 10% del prezzo medio di vendita degli acciai speciali. Parallelamente, però, è calato del 10,8% il prezzo medio del rottame, principale materia prima per la produzione di acciaio. Grazie a questa componente favorevole e ad una serie di ottimizzazioni nei processi produttivi, l’anno si è chiuso con utile netto di 14,4 milioni (3,9% sui ricavi), dopo aver effettuato accantonamenti e ammortamenti per 27,7 milioni e aver versato imposte per 6,4 milioni. L’utile netto risulta quindi in forte crescita rispetto agli 8,9 milioni del 2015 (2,2% sui ricavi). L’Ebitda (51,7 milioni) è pari al 13,9% dei ricavi (13,1% nel 2015) e la posizione finanziaria netta migliora a 16,9 milioni grazie alla capacità di autofinanziamento del gruppo.
Pesante il piano di investimenti di Ori Martin: l’azienda metterà sul piatto 28 milioni nel 2017, di cui una quota superiore al 20% andrà per ambiente e sicurezza.
Nel 2016 gli investimenti hanno pesato per 13,6 milioni: 6,3 milioni sono andati al comparto ambientale e hanno riguardato principalmente l’ambizioso progetto «iRecovery» che consentirà già da questo inverno di recuperare i fumi del forno trasformandoli in energia termica e elettrica. Venduta a A2A, l’energia sarà a disposizione dei bresciani: d’inverno basterà per scaldare le case di 2.500 cittadini, d’estate servirà a aziende e privati. Ori Martin ha poi continuato a investire in impianti industriali e, in ottica green, per il trattamento delle acque e dei fanghi.
Sostanzialmente stabile il numeri di dipendenti, 408 a Brescia e 50 a Ceprano. Ori Martin ha in programma di assumere tra le 10 e le 15 risorse nel 2018-2019, quando sarà conclusa la ristrutturazione dell’area ex Fomb, in città, che sarà adibita a magazzino ed a un nuovo impianto di trattamento termico. I lavori di urbanizzazione secondaria (a scomputo degli oneri) stanno per partire: Ori Martin realizzerà una ciclabile, parcheggi, rotonde e spazi verdi in accordo con la Loggia. Il bando per le aziende interessate a partecipare, pubblicato sul sito del gruppo, scade il 9 agosto: l’importo di base è 250mila euro.
Ori Martin opera con due stabilimenti a Brescia e Ceprano e controlla quattro società. La capogruppo ha chiuso con 332 milioni di ricavi e un utile di 14,2. Trafilati Martin di Cologne (lavorazioni a freddo dell’acciaio per l’automotive) ha chiuso il 2016 con 44,9 milioni di fatturato e un utile di un milione. Siderurgica Latina (Ceprano) ha ricavi per 21,4 milioni e una perdita di due. Autotrasporti Bettelli porta in dote un utile di 614 mila euro. Novacciai, acquisita a novembre 2016, ha fatturato 31,4 milioni con un utile di 1,2.
Nel triennio 2016-2019, il cda vede presidente Uggero De Miranda, vicepresidenti Annamaria Magri e Giovanni Marinoni, consigliere delegato Andrea Agnelli e consiglieri Giovanni Comboni, Roberto De Miranda e Carlo Garavaglia.