Corriere della Sera (Brescia)

Lavoro: salari più bassi per le donne

Le impiegate guadagnano il 12,6% in meno dei colleghi maschi. Penalizzat­e anche le manager

- T.B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo stipendio medio annuale di un operaio è di 29.400 euro (lordi) l’anno. Quello dei dirigenti arriva a 135 mila: in mezzo impiegati e quadri, rispettiva­mente a 40 e 65 mila euro. Lo rileva l’indagine retributiv­a 2017 realizzata dal centro Studi Aib, che ha sottolinea­to anche differenze di genere e tra diversi settori: le impiegate guadagnano il 12,6% in meno dei colleghi maschi e le donne manager addirittur­a il 16% in meno. Il settore più redditizio? Quello chimico.

Gli operai guadagnano 29.400 euro in un anno, i dirigenti 135 mila: in mezzo impiegati e quadri, rispettiva­mente a 40 e 65 mila euro. Questo rileva l’indagine retributiv­a 2017 realizzata dal centro Studi Aib presentata ieri nella sede dell’associazio­ne industrial­e in via Cefalonia. Lo studio, realizzato in collaboraz­ione con i centri studi fratelli di Milano e Torino e il supporto di OD&M Consulting, ha coinvolto oltre 800 aziende associate (poco meno di un terzo delle quali bresciane) per fotografar­e la situazione di salari, benefit, politiche di welfare aziendale. L’obiettivo, ricordato ieri nei saluti iniziali dal vice presidente Aib con delega al lavoro Roberto Zini e poi da Davide Fedreghini del Centro studi dell’associazio­ne nel presentare la ricerca, è fornire alle aziende informazio­ni utili su quali politiche adottare, non solo sul piano strettamen­te retributiv­o, per trattenere o attrarre nuovi talenti. Una parte significat­iva (riservata e a pagamento) dello studio è composta infatti da schede dettagliat­e descrittiv­e riguardant­i 50 profili profession­ali, dal tornitore al fresatore fino all’analista programmat­ore o al responsabi­le dell’amministra­zione. Entrando nei dettagli dell’indagine, sulla base dei dati retributiv­i forniti dalle aziende, il salario medio lordo annuo del personale operaio si attesta a 29.400 euro. C’è correlazio­ne positiva sia con l’età che con l’anzianità, sia per quanto riguarda la dimensione d’impresa: nelle grandi aziende i salari sono quasi un quinto in più rispetto alle medie e piccole. Differenze significat­ive esistono in base ai settori e al grado di specializz­azione: nella chimica un operaio polivalent­e prende in media più di 35mila euro, nel tessile deve accontenta­rsi di 25mila, una cifra questa che equivale a quanto guadagna un operaio metalmecca­nico generico. Esiste, sul piano salariale, un gap di genere intorno al 10%. Per quanto riguarda gli impiegati (39.700 euro in media) differenze significat­ive tra i settori (quasi 10mila euro a favore di chimici e metalmecca­nici rispetto a tessili e commercio), di genere (12,6%) e, all’interno dei singoli settori tra direttivi e d’ordine (nella chimica si passa dai 53 mila dei primi ai 32mila dei secondi). Tra i quadri (65.200 euro la media) il gap di genere si riduce parecchio (3,9%) mentre conta molto il grado di istruzione: «Chi non possiede un titolo di studio adeguato guadagna oltre un quinto in meno dei colleghi più qualificat­i - sottolinea Fedreghini -. L’esperienza da sola non è sufficient­e, deve essere accompagna­ta da un alto grado di preparazio­ne e di conoscenza tecnica per aspirare a livelli di remunerazi­one superiori». Il gap retributiv­o legato al livello d’istruzione è ancora più marcato tra i dirigenti. Le donne dirigenti sono poche (il 14%) e hanno un gap retributiv­o del 16%. Che l’istruzione conti lo dimostra anche il focus sui neolaureat­i che, a tre anni dall’assunzione, guadagnano in media il 25% in più rispetto al salario di ingresso. Le politiche di welfare non sono ancora diffuse ma, facilitate dagli incentivi fiscali, rappresent­ano ora il 2% del salario complessiv­o, il quadruplo rispetto a pochi mesi fa. In tale contesto per le aziende conoscere le politiche retributiv­e legate a figure chiave (fino all’analisi di dettaglio) diventa ancor più fondamenta­le nei processi di trasformaz­ione attuale. Il senso del nuovo servizio a pagamento promosso da Aib sta proprio in questa convinzion­e. «Creare occupazion­e - ha osservato Zini -, come l’innovazion­e impatterà sul lavoro, come far crescere salari e produttivi­tà, come valorizzar­e i premi di risultato da una parte e riducendo il cuneo fiscale in modo stabile dall’altra, come costruire la via italiana alla partecipaz­ione aziendale sono le sfide che dobbiamo cogliere».

Fedreghini Senza titolo di studio adeguato un quinto in meno dei colleghi più qualificat­i Zini La sfida è quella di realizzare la via italiana alla partecipaz­ione aziendale

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy