Corriere della Sera (Brescia)

Chikunguny­a: Brescia in sicurezza Così può donare il sangue al Lazio

La provincia da tempo sottoposta a controlli mirati. L’ultimo caso di infezione registrato due anni fa

- Lilina Golia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da qualche anno Brescia è compresa nell’area critica di controllo per la presenza della Chikunguny­a. Il virus, che ha fatto scattare l’allarme, con i 17 casi registrati tra Anzio e Roma, nel bresciano è tenuto sotto controllo attraverso un apposito protocollo sanitario. Periodicam­ente vengono eseguite campionatu­re delle colonie di zanzare per evitare il dif- fondersi del virus. Per le donazioni di sangue all’Avis si eseguono specifici esami dopo ogni prelievo. Intanto il presidente provincial­e, Giampietro Briola, lancia l’appello per supportare il Lazio, dove sono state bloccate le donazioni per 28 giorni. «Noi lavoriamo a pieno regime. Venite a donare sangue».

La normale attività non si interrompe. Anzi «Venite e donate sangue. Dobbiamo inviarlo nel Lazio che nelle prossime settimane potrebbe trovarsi in crisi». L’appello arriva dal presidente provincial­e dell’Avis, Giampietro Briola.

Una sollecitaz­ione mirata a far fronte alle necessità che potrebbero presentars­i dopo l’imposizion­e del divieto di prelievi e donazioni per l’allarme chikunguny­a, a seguito al contagio di 17 persone tra Anzio e la capitale.

A Brescia nessuno stop ai prelievi. «Siamo da tempo inseriti nell’area critica per la chikunguny­a — spiega Briola — insieme a gran parte della Lombardia, parte del Veneto e dell’Emilia Romagna. Tutte zone umide in cui prolifera la zanzara tigre,portatrice della malattia». E proprio per questo la situazione viene continuame­nte monitorata, secondo un preciso protocollo regionale.

Periodicam­ente viene fatta una campionatu­ra delle zanzare e nel caso di positività vengono attuate campagne di contenimen­to degli insetti-vettori della malattia che si presenta con febbre alta, cefalee dolori agli arti e un esantema particolar­mente pruriginos­o che generalmen­te si risolvono con la terapia mirata. Casi, generalmen­te “importati” insieme alla valigia delle vacanze in paesi asiatici o africani. Tuttavia, non mancano quelli autoctoni, come evidenziat­o recentemen­te sul litorale romano.

«Il periodo in cui i controlli sono mirati va da maggio fino a novembre. Ogni sacca di sangue prelevato viene sottoposta al test specifico di verifica dell’eventuale presenza del virus».

Verifiche che a Brescia, estesi a Dengue, West Nile e Zika virus negli ultimi mesi, pur in presenza di colonie di zanzare infette, hanno sempre avuto esito negativo. «Non abbiamo trovato alcun donatore positivo né, recentemen­te, ci sono stati casi di malattia conclamata. L’ultimo caso risale a due anni fa quando un uomo è stato ricoverato per un’encefalite data dal virus». In generale, per il contenimen­to della diffusione della malattia, vengono monitorati coloro che presentano i sintomi, dopo un viaggio in aree in cui la malattia è endemica, ma anche coloro che non sono stati all’estero, proprio per evitare l’insorgere di focolai autoctoni. Le segnalazio­ni vanno fatte all’autorità sanitaria entro 12 ore dalla diagnosi.

«Intanto, per le donazioni di sangue e “l’emergenza Lazio”, — ricorda Briola — sono a disposizio­ne tutte le sedi dell’Avis sul territorio provincial­e».

Briola: «Sulle sacche effettuati precisi test Venite a donare in tranquilli­tà, serve aiuto»

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Il vettore Il virus è diffuso dalla zanzara tigre

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