Corriere della Sera (Brescia)

Parte l’ItalBresci­a di Milena Bertolini

L’ex allenatric­e delle Leonesse oggi esordisce: «Subito all’attacco per vincere»

- Luca Bertelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Vorrei un’Italia frizzante, che imponga il suo gioco e sia frizzante ma allo stesso tempo elegante. Come è stato nel mio Brescia, al quale vorrei rubare l’empatia tra le giocatrici e portarla in nazionale». È il grande giorno del debutto sulla panchina azzurra per Milena Bertolini, bresciana d’adozione dopo i 7 trofei vinti in 5 anni nel calcio femmniile con le Leonesse. Contro la Moldova, inizia la sua nuova avventura con lo spirito di sempre: «Si vince andando all’attacco».

Dice che ancora non ha pensato all’emozione che proverà stasera, quando per la prima volta siederà sulla panchina dell’Italia (ore 20.30, a La Spezia, contro la Moldova per le qualificaz­ioni al Mondiale 2019). Da allenatric­e della nazionale di calcio femminile, nominata dal presidente Tavecchio e dal Consiglio Federale a furor di popolo. Milena Bertolini, reggiana di nascita e bresciana d’adozione dopo le cinque annate in biancoblù e i sette trofei messi in bacheca, è abituata ad emozionare con il suo calcio. Stavolta, però, il cuore batterà soprattutt­o a lei. «L’inno potrebbe farmi vacillare — racconta — da giocatrice ho avuto la fortuna di sentirlo 4 volte in azzurro. Ma un momento delicato — scherza — potrebbe già arrivare in albergo, quando indosserò la divisa d’ordinanza. A Brescia ero abituata ad andare in panchina in tuta...». Un po’ Sarri e un po’ Guardiola, anticonfor­mista e alla moda, come il suo calcio. «Le mie ragazze hanno grandi doti tecniche, voglio che le mettano in mostra. La mia Italia dovrà essere bella da vedere ed elegante».

Come il suo Brescia, insomma...

«La mia idea di calcio resta quella, vorrei una squadra corta, brava a giocare e con un buon fraseggio. Ma, del mio Brescia, vorrei portare in azzurro la grande empatia tra le ragazze: è stata il nostro valore aggiunto per 5 anni».

Tavecchio le chiede il modulo come Cesari?

«No — sorride — con lui ho parlato poco ma sarà allo stadio e spero di potergli offrire uno spettacolo convincent­e».

Ha più sentito il suo ex presidente?

«No, non mi ha chiamato quando sono stata nominata. Ma ho avuto un’estate intensa, in un mese ho dovuto vedere tutte le nostre avversarie e lavorare sulla mia Italia. Il tempo è il vero avversario dei ct, alleno le ragazze da martedì e si va subito in campo». Quante punte schiererà? «Tante, perché sono brave. Sarà fondamenta­le trovare un equilibrio, certo, le nostre avversarie corrono tutte come forsennate. Ma a me piace giocare all’attacco, da sempre».

L’Italia non partecipa al Mondiale dal 1999, perché dovrebbe farcela stavolta?

«Perché sta crescendo l’interesse attorno al movimento, me ne sono accorta in prima persona. L’Europeo, nonostante l’eliminazio­ne, ha dimostrato che ce la possiamo giocare con le più forti. Il materiale c’è. Il Belgio è la favorita del girone, ma abbiamo solo un modo per qualificar­ci: vincere tutte le 8 partite».

Come vede il nuovo Brescia da osservatri­ce esterna?

«Molto bene. Ho avuto un’ottima impression­e di Piovani e della nuova squadra che è stata assemblata, anche se sono rimaste solo 4 giocatrici del mio gruppo. Giocano bene, si faranno valere».

Vuole un’Italia bella, quale altre qualità dovrà avere?

«Vorrei una squadra libera, senza blocchi mentali. Piacevole, come il calcio che intendo proporre. Senza sensi d’inferiorit­à, non remissiva. Sono qui per questo».

Oggi cosa dobbiamo aspettarci? Sarà già la squadra della Bertolini?

«È troppo presto, ma vorrei vedere un’Italia frizzante. Come un buon vino».

Il sommelier è donna e si chiama Milena.

 ?? La grinta ?? Bertolini suona la carica
La grinta Bertolini suona la carica
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Azzurra L’ex allenatric­e del Brescia con la divisa ufficiale dell’Italia

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