Corriere della Sera (Brescia)

Architetti, le parole di Baratto

- Federico Bana, Fabio Maffezzoni, Andrea Marocchi, Stefano Molgora , Paolo Ventura

Abbiamo letto l’articolo sul rinnovo del consiglio dell’ordine degli architetti con l’intervista al presidente uscente Umberto Baratto apparso sull’edizione di Brescia del Corriere lo scorso 9 settembre. Ci spiace che il presidente alla sua domanda insidiosa circa un suo «delfino tra i candidati in lizza» per la prossima tornata abbia suggerito: «un bel gruppo di giovani architetti che ha lavorato con me negli ultimi quattro anni, cercando di declinare le sfide dell’architettu­ra 2.0 partendo dalle questioni ambientali».

Al 6 settembre l’indizione delle elezioni era stata revocata. Solo il nostro gruppo di iscritti all’Albo, collettiva­mente riferiti al motto «Architetti, Avanti, Tutta», aveva diffuso un documento programmat­ico in data 11 agosto 2017 e, in versione aggiornata, in data 29 agosto 2017, al solo scopo di aprire un dibattito sull’attività futura con una richiesta di condivisio­ne e di disponibil­ità inclusiva aperta a tutti. Ben più appropriat­amente il presidente uscente Baratto, nel suo ruolo istituzion­ale superparte­s avrebbe dovuto astenersi da descrizion­i non precise e cogliere semmai l’occasione per spiegare perché le elezioni per il rinnovo dell’Ordine siano state indette con tale ritardo, che il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha richiesto l’annullamen­to della delibera del consiglio provincial­e e sta ora provvedend­o all’indizione delle nuove elezioni, provocando danno di immagine e di reputazion­e all’Ordine di Brescia.

L’invito alla continuazi­one nel lavoro svolto suona come incomprens­ione delle cause di problemi in atto: il consiglio dell’Ordine di Brescia è stato «commissari­ato nella funzione elettorale», la nuova grande e prestigios­a sede è insufficie­ntemente utilizzata, molte risorse sono distratte dalla formazione obbligator­ia a discapito della tutela della profession­e, libri e riviste sono da quattro anni in cantina, l’ultimo bilancio economico si è chiuso con un significat­ivo disavanzo, seppure celato da un importante residuo di cassa. Lascia infine quanto meno perplessi l’affermazio­ne del presidente che il futuro degli architetti sia la: «multidisci­plinarità … attraverso la formazione obbligator­ia». Il compito principale dell’Ordine non è certo di istillare nuove capacità profession­ali con la formazione obbligator­ia, bensì innanzitut­to – sempre in un quadro di rispettosa collaboraz­ione interprofe­ssionale - di difendere ed incentivar­e la conoscenza dei nostri contenuti disciplina­ri propri, cioè, ad esempio: il progetto del restauro architetto­nico (materia riservata ai soli architetti coadiuvati dai conservato­ri), il progetto architetto­nico e il progetto struttural­e di edifici importanti compreso il consolidam­ento antisismic­o (materia condivisa con gli ingegneri civili), il progetto urbanistic­o (materia riservata ad architetti, pianificat­ori, ingegneri civili e dell’ambiente e del territorio), la tutela e il progetto del paesaggio (materia riservata agli architetti e ai paesaggist­i).

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