Architetti, le parole di Baratto
Abbiamo letto l’articolo sul rinnovo del consiglio dell’ordine degli architetti con l’intervista al presidente uscente Umberto Baratto apparso sull’edizione di Brescia del Corriere lo scorso 9 settembre. Ci spiace che il presidente alla sua domanda insidiosa circa un suo «delfino tra i candidati in lizza» per la prossima tornata abbia suggerito: «un bel gruppo di giovani architetti che ha lavorato con me negli ultimi quattro anni, cercando di declinare le sfide dell’architettura 2.0 partendo dalle questioni ambientali».
Al 6 settembre l’indizione delle elezioni era stata revocata. Solo il nostro gruppo di iscritti all’Albo, collettivamente riferiti al motto «Architetti, Avanti, Tutta», aveva diffuso un documento programmatico in data 11 agosto 2017 e, in versione aggiornata, in data 29 agosto 2017, al solo scopo di aprire un dibattito sull’attività futura con una richiesta di condivisione e di disponibilità inclusiva aperta a tutti. Ben più appropriatamente il presidente uscente Baratto, nel suo ruolo istituzionale superpartes avrebbe dovuto astenersi da descrizioni non precise e cogliere semmai l’occasione per spiegare perché le elezioni per il rinnovo dell’Ordine siano state indette con tale ritardo, che il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha richiesto l’annullamento della delibera del consiglio provinciale e sta ora provvedendo all’indizione delle nuove elezioni, provocando danno di immagine e di reputazione all’Ordine di Brescia.
L’invito alla continuazione nel lavoro svolto suona come incomprensione delle cause di problemi in atto: il consiglio dell’Ordine di Brescia è stato «commissariato nella funzione elettorale», la nuova grande e prestigiosa sede è insufficientemente utilizzata, molte risorse sono distratte dalla formazione obbligatoria a discapito della tutela della professione, libri e riviste sono da quattro anni in cantina, l’ultimo bilancio economico si è chiuso con un significativo disavanzo, seppure celato da un importante residuo di cassa. Lascia infine quanto meno perplessi l’affermazione del presidente che il futuro degli architetti sia la: «multidisciplinarità … attraverso la formazione obbligatoria». Il compito principale dell’Ordine non è certo di istillare nuove capacità professionali con la formazione obbligatoria, bensì innanzitutto – sempre in un quadro di rispettosa collaborazione interprofessionale - di difendere ed incentivare la conoscenza dei nostri contenuti disciplinari propri, cioè, ad esempio: il progetto del restauro architettonico (materia riservata ai soli architetti coadiuvati dai conservatori), il progetto architettonico e il progetto strutturale di edifici importanti compreso il consolidamento antisismico (materia condivisa con gli ingegneri civili), il progetto urbanistico (materia riservata ad architetti, pianificatori, ingegneri civili e dell’ambiente e del territorio), la tutela e il progetto del paesaggio (materia riservata agli architetti e ai paesaggisti).