Esercenti stranieri: al Carmine uno su due non è ancora pronto
I cassonetti grigi spariranno completamente entro giovedì. Al Carmine metà degli esercenti stranieri non è pronto
I mugugni maggiori per il nuovo servizio arrivano da bar e ristoranti del centro «privati» del comodo sacco nero, anche se Aprica offre loro ritiri personalizzati (e gratuiti) di umido, vetro, carta. Al Carmine la metà degli esercenti stranieri non è ancora pronto: a sollecitarli il presidente del consiglio di quartiere (LaPresse/Campanelli).
Brescia benvenuta in Europa. Da ieri sera l’intera città differenzia i rifiuti urbani, prodotti in case, negozi e ristoranti. Così come vuole Bruxelles. E come vorrebbe un minimo di coscienza ecologica. Alla rivoluzione green «suddivisa» in sei tappe spazio-temporali, iniziata nell’aprile 2016 tra San Polo e Buffalora, mancava la «zona rossa». Ovvero le 11mila utenze presenti nel centro storico. Rivoluzione che ieri sera è iniziata in modo «soft». Dentro le mura venete i cassonetti grigi (accessibili a tutti) ieri erano ancora presenti in tutte le vie. Verranno sostituiti gradualmente da quelli a calotta (apribili solo con il badge) entro la prossima settimana. Fino a sparire del tutto entro giovedì 28 settembre (già posizionate le 73 calotte verdi per bottiglie e metallo mentre altre 73 marroni, per l’umido, saranno piazzate entro venerdì). Diversi residenti stanno ancora «approfittando» della loro presenza, svuotando solai e cantine. Nelle ultime ore però è cresciuto il numero di utenti che si sono recati in via Reverberi per il ritiro del kit: «Siamo arrivati al 79%» conferma l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra, che ricorda come il centro di via Reverberi sia aperto fino a domani (poi gli utenti dovranno andare alla sede di A2A, in via Lamarmora e Codignole).
Tra qualche mugugno, in parte «autocensurato» dalla generale consapevolezza che la differenziata è un obbligo di legge, i residenti si sono dimostrati tutto sommato pronti. Rocco Bortoletto, dottore in Scienze Naturali e dipendente Arpa, alle 19 era sotto casa sua, in contrada Pozzo dell’Olmo (traversa di via San Faustino), con i sacchi di plastica e carta. In compagnia dei due figli, ai quali ha insegnato il dovere etico della differenziata: «È dieci anni che la faccio. E ricordiamoci che c’era anche prima, anche se con altre modalità (i soli cassonetti, ndr). Ho sempre differenziato anche l’umido, portandolo nel mio orto fuori città. Certo ora è più comodo». Già. perché i residenti del centro possono beneficiare di modalità di esposizione dei rifiuti più semplici rispetto alle altre zone della città. Ogni mercoledì sera (dalle 19 alle 23) non hanno due bidoncini da esporre. Ma solo due sacchi (gialli per la plastica, marroni per la carta). Ed il mattino seguente, tra un caffé e una doccia, non devono ritirare i contenitori vuoti per scongiurare (come gli altri bresciani) potenziali multe. Sanzioni che, giusto ricordarlo, non arriveranno per i primi tre mesi, anche se si sbaglierà giorno di esposizione dei sacchetti. Certo nei casonetti a calotta entra giusto una sporta della spesa (da 22 litri) di rifiuti. E non sarà più possibile sbarazzarsi di oggetti più ingombranti, come un tempo. Ci sono però cinque piattaforme ecologiche (via Codignole, via Metastasio, via Giotto, via Gatti e via Chiappa). Un green service (per gli sfalci) in via Silvio Pellico. E Aprica mette a disposizione un servizio gratuito di ritiro a domicilio di rifiuti ingombranti. C’è pure un eco-car per i rifiuti pericolosi (tutte le informazioni su differenziatabrescia.it).
Preparati al cambiamento anche i negozianti, per i quali non si tratta di una vera rivoluzione, visto che già oggi Aprica effettua il ritiro giornaliero degli imballaggi in cartone dopo le 19 (ai quali potranno abbinare la plastica il mercoledì, il martedì ed il venerdì, previa richiesta). Più preoccupati sono i titolari di bar e ristoranti: molti di loro da tempo posseggono già bidoni carrellati per il vetro e umido. Ma tra qualche giorno non potranno più usare il «mitico» saccone nero. Nelle cucine si dovrà prestare più attenzione a differenziare gli scarti di cibo. «Ma alla fine sono certo che il nuovo metodo di raccolta risulterà più facile di quello precedente» commenta Tony Massoletti, delegato del sindaco alla questione rifiuti-commercio, che nei giorni scorsi ha effettuato diversi incontri con gli esercenti del centro: «Quando capiscono i servizi offerti, che sono gratuiti, il loro atteggiamento cambia. Bar e ristoranti possono infatti concordare con Aprica ritiri personalizzati. E si è stabilito che il vetro verrà ritirato anche il sabato mattina». Resta qualche problema per l’umido. Non ci saranno ritiri personalizzati nei ristoranti con meno di 50 coperti: «Potranno riempire più sacchetti piccoli e utilizzare le calotte» ricorda Fondra.
Criticità anche nel multietnico del Carmine, dove il numero di stranieri, sceso negli anni, è comunque al 28%: ieri il presidente di quartiere, Francesco Catalano, si è recato personalmente in negozi e bar consegnando brochure con tutte le informazioni sul servizio. Un esercente su due non si è ancora messo in regola. «Lo farò» promette, Hamed, titolare di un negozio ortofrutticolo in corso Mameli. Stessa «promessa» per il ristorante senegalese all’incrocio con via Capriolo. Criticità che diminuiranno con l’entrata a regime del servizio, dicono in Loggia e da Aprica. Il centro è infatti essenziale per passare dal 60 al 65% di differenziata, raggiungendo l’obiettivo imposto dall’Europa. E pensare che solo un anno e mezzo fa la differenziata era al 38%.
Ora la vera sfida sarà nella tariffa puntuale, annunciata per il 2019: far pagare meno a chi differenzia di più. Ridistribuendo i costi della differenziata, per la quale la Loggia sborsa ad Aprica 29 milioni l’anno.