Colbrelli a Bergen alla sfida Mondiale
Il ciclista valsabbino oggi pomeriggio parte con la nazionale italiana per i fiordi di Bergen Domenica è in programma la prova in linea su strada. «Questa prova è il mio chiodo fisso»
Arriva al Mondiale in uno stato di grazia. Smaltite le fatiche e l’emozione della prima partecipazione al Tour, Sonny Colbrelli oggi pomeriggio parte con la nazionale italiana di ciclismo alla volta dei fiordi di Bergen, in Norvegia, dove domenica 24 settembre è in programma la prova in linea su strada.
La condizione è molto buona come ha dimostrato alla Coppa Bernocchi dove, giovedì 14, si è imposto facilmente in volata. Lui che aveva patito il caldo alla Grande Boucle si è, invece, confermato a suo agio sotto la pioggia. E alla rassegna iridata potrebbe ritrovare le condizioni climatiche ottimali per esprimersi al meglio. Del resto è uno da classiche del nord: si esalta con il freddo. L’azzurro della BahrainMerida, che è cresciuto osservando le vittorie di Lance Armstrong al Tour, è entusiasta per questa nuova sfida: «Il percorso – ha raccontato dal ritiro di Peschiera – è adatto alle mie caratteristiche. Ho voglia di sognare. Il Mondiale è il mio chiodo fisso. Sono carico, speriamo che sia anche una giornata fortunata. Mi aspetto una volata finale ristretta nei numeri. I miei favoriti per la vittoria finale sono il belga Greg Van Avermaet, lo slovacco Peter Sagan e l’australiano Michael Matthews, ma io ci sono e so di poter dire la mia».
C’è anche da sfatare un tabù: l’ultima vittoria italiana risale al 2008 quando sul traguardo di Varese trionfò Alessandro Ballan. Lo scorso anno a Doha arrivò un quinto posto con Nizzolo. Cassani alla vigilia non ha nascosto le sue ambizioni, anzi ha ribadito che questa è la sua nazionale più forte. I capitani sono Matteo Trentin, vincitore di quattro tappe alla Vuelta, ed Elia Viviani, entrambi nel momento migliore della loro carriera. Ma come spesso succede sono i «jolly», per utilizzare un termine caro al Ct, che possono giocare l’effetto sorpresa.
Tra questi protagonisti, c’è sicuramente Sonny, «finalmente vincente e molto motivato» come ha sottolineato il selezionatore azzurro che non ha mai fatto mistero di contare molto sul talento bresciano. Il «Cobra» ha raggiunto la piena maturità sportiva, ma ha bisogno – lo diciamo ormai da tempo – di un grande successo per spiccare il volo, raggiungendo così a 27 anni la giusta consacrazione. Sa benissimo di avere grandi potenzialità nelle corse di un giorno soprattutto dopo che con un lavoro mirato è riuscito a potenziare scatto e forza negli sprint. Agli ultimi Campionati italiani, il compagno di squadra Vincenzo Nibali, che non ha certo bisogno di presentazioni, gli si è avvicinato per chiedergli come doveva muoversi e si è messo al suo servizio. Classe 1990, ha all’attivo cinque partecipazioni al Giro d’Italia e 17 vittorie nella massima categoria, di cui tre conquistate in questa stagione: oltre alla Coppa Bernocchi, una tappa alla Parigi-Nizza e la Freccia del Brabante.
In strada non è mai solo anche perché ha quasi sempre al seguito un nutrito gruppo di tifosi con tanto di cappellini, magliette, pane e salame. La compagna Adelina con la quale vive a Salò ha il compito di organizzare nei dettagli le trasferte. In Francia, ad esempio, erano in 16 i suoi sostenitori. Professionista dal 2012, il valsabbino ha iniziato a correre nel G4 su una Alan rossa e gialla. In questi anni ha avuto il sostegno incondizionato dei genitori Fiore e Federico che l’hanno sostenuto anche nei momenti meno facili. Grazie al nonno Cesarino il bambino paffutello di Casto è diventato grande: era lui, infatti, che ogni giorno lo caricava in macchina e lo portava ad allenarsi in pista a Dalmine. Chissà che da lassù il nonno proprio domenica non possa applaudire il nipote.