Corriere della Sera (Brescia)

La Caffaro dice addio a Brescia a rischio posti di lavoro e ambiente

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Entro la fine del 2019 la Caffaro Brescia srl chiuderà l’attività. L’annuncio, non il primo, in realtà, è stato ufficializ­zato ai dipendenti che, dopo essersi riuniti in assemblea ieri , hanno chiesto un incontro al Comune di Brescia e al commissari­o Sin, Roberto Moreni, oltre ad annunciare per i prossimi giorni iniziative di protesta. Fermo produzione e fermo consegne, precisano i sindacati in una nota congiunta. L’azienda, dal 2011 di proprietà del gruppo Società Chimica Emilio Fedeli (settore composti chimici) si occupa di prodotti per la sanificazi­one delle acque e garantisce il mantenimen­to del livello (basso) della falda, arginando le possibilit­à di inquinamen­to della falda stessa, nell’area in cui da anni si combatte contro il pcb e i veleni (mercurio, cromo e solventi) scaricati nei terreni per decenni dalla Caffaro.

Una volta chiuso il sito bresciano, è nelle intenzioni dell’azienda trasferite la produzione in un impianto di nuova costruzion­e nell’area della ex Solvay di Pescara. La decisione si prospetta particolar­mente pesante sia dal punto di vista lavorativo per i 55 dipendenti, che ambientale per l’intera città. Già nei mesi scorsi, dopo la seduta della commission­e parlamenta­re Ecomafie, dedicata al Sito di interesse nazionale Caffaro, era emersa la necessità di implementa­re i pozzi, che compongono la barriera idraulica tra la superficie e la falda da cui pompare acqua, e di depurare in maniera più approfondi­ta l’acqua provenient­e dai pozzi (sette in tutto, utilizzati da sempre dalla Caffaro per le sue lavorazion­i). E per questo era stato emesso da Comune e commissari­o un bando (vinto dalla Aecom Urs) per la messa in sicurezza della falda nel sito industrial­e. (l.g.)

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