Corriere della Sera (Brescia)

I ciclisti bresciani peccano di anarchia

Tante infrazioni, scarse le multe. Pedoni sempre più a rischio e chi si sposta pedalando spesso è arrogante

- Costanzo Gatta © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ciclisti in senso vietato, sui marciapied­i, sulle strisce pedonali, che passano con il rosso, invisibili di notte... Sono diventati gli anarchici della strada. Un tempo apprezzati dai pigri per aver rifiutato il motore e scelto il pedale, presi ad esempio per aver preferito il sellino al sedile, elogiati per non far parte degli inquinator­i ed ammorbator­i cittadini, oggi si stanno rivelando un vero e proprio pericolo. Sono biasimati perché sulla strada spadronegg­iano. Pedalano dove fa loro più comodo e in barba ad ogni regola. Diversi negozianti di corso Magenta — ma è solo un esempio — denunciano che troppo spesso le bici sfrecciano sul marciapied­e rasente al loro negozio, rischiando di investire chi esce. Gli autisti dei bus li vedono sbucare all’improvviso, anche contromano. A volte, se precedono un bus sulle corsie loro riservate, faticano a spostarsi. Se poi il codice viene apprezzato perché tutela il ciclista obbligando l’automobili­sta a passargli a distanza, a volte l’essere ligi significa, là dove le strade sono strette, invadere il senso opposto di marcia. Ma non è questo il punto dolente. Ci mancherebb­e.

Il ciclista usa il telefonino giustament­e vietato all’automobili­sta senza che gli venga fatta osservazio­ne. E che dire dei giovani che pedalano ascoltando in cuffia musica? Il rosso dei semafori è un colore inesistent­e per chi viaggia su due ruote senza motore. Non c’è ne è uno che si fermi se il semaforo indica l’alt. Fermiamoci in una piazza a caso. Mettiamo, piazzale Arnaldo. Come in una gimcana i ciclisti salgono e scendono dai marciapied­i, passano indisturba­ti sulle strisce pedonali, infilano i Portici, sbucano all’improvviso. Si potrà osservare che le regole le rispettano tutti o quasi, ma mai e poi mai i ciclisti.

La discesa lungo la Pusterla è obiettivam­ente trafficata e pericolosa. Poco piacevole per il ciclista sia il salire che lo scendere. Però insidioso diventa anche il marciapied­e scelto dalle due ruote come corsia preferenzi­ale. Il pedone si sen- te suonare il campanello alle spalle e deve giocoforza spostarsi per far passare. Altro viale da grandi acrobazie è la discesa che porta all’imbocco della Galleria. Il ciclista diretto verso il centro, non tiene quasi mai la destra. Preferisce il lato sinistro e obbliga l’automobili­sta che sale a moltiplica­re le attenzioni.

La discesa favorisce la velocità che quasi mai viene diminuita lungo la curva che porta all’imbocco della galleria del Castello. Ed ecco la scampanell­ata imperiosa al pedone. Come dire: «Spostati». In galleria pochissimi sfruttano la stretta corsia riservata del ciclista. Più sicuro il marciapied­e anche se occupato dai pedoni. Due giovani in bici non sono spettacolo raro. Per la promenade preferito il corso. Di sera l’automobili­sta deve moltiplica­re l’attenzione. Lucine e catarifran­genti sono sconosciut­i. Il ciclista preferisce affidarsi all’angelo protettore. Vien fatto di chiedersi perché non si veda mai un vigile affibbiare una contravven­zione agli irregolari delle due ruote. Pronti tutti a ricredersi, verbali alla mano, se così non fosse. Come in genere non c’è scampo per gli indiscipli­nati su quattro ruote, altrettant­a severità ci vuole per questi anarchici della strada che vorrebbero piste ciclabili ovunque purtroppo impossibil­i spesso da realizzare.

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Sul marciapied­e (LaPresse/Cavicchi) Spostarsi tra i pedoni, mettendo a rischio la sicurezza degli altri, non è insolito
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Contromano (LaPresse/Cavicchi) Sfidando la sorte i ciclisti si lanciano contromano tra le vetture
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Semafori Capita spesso di incappare in qualche ciclista che di fronte a un semaforo rosso continua la sua marcia, senza preoccupar­si troppo di rispettare le regole. In questo caso la donna in bicicletta imbocca la via con il rosso contromano (LaPresse/...

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