Corriere della Sera (Brescia)

Gianni De Biasi ritorna a Brescia «Baggio e Albania: le mie imprese»

- Andrea Croxatto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La settima edizione della festa «Verso l’altro» presenta, domani alle 21, presso la scuola Madonna della Neve di Adro in via Nigoline, l’incontro a ingresso gratuito con l’allenatore Gianni De Biasi, che risponderà alle domande di Ricky Barone. Un gradito ritorno in città per l’uomo che fu capitano delle rondinelle negli anni Ottanta e l’ultimo allenatore di Roberto Baggio, a Mompiano, nel 2003-04.

Ci parli dell’uomo che ha vinto la sfida impossibil­e con la nazionale albanese.

«Non saprei chi sia quest’uomo, forse un marziano, chissà - scherza (ma non troppo) De Biasi -. In effetti con l’Albania ho raggiunto un traguardo che all’inizio sembrava davvero impossibil­e, e cioè portarla agli ultimi Campionati europei, sfidando ogni pronostico. Ho provato una sensazione meraviglio­sa».

Però di recente ha dato le sue irrevocabi­li dimissioni. Perché questa scelta?

«Avevo capito che si era chiuso un ciclo, così ho pensato di andarmene nel miglior momento possibile, non certo per la crisi di risultati, in un girone dove Spagna e Italia stanno dominando senza rivali. Credo che il nuovo allenatore Cristian Panucci possa lavorare seriamente». Cosa può consigliar­gli? «Io e Cristian ci siamo più volte confrontat­i e posso solo dirgli di andare avanti per la sua strada e di lavorare con serenità, senza strafare e bruciare le tappe».

Aveva pregiudizi sull’Albania?

«La prima sera in albergo ho messo la sedia davanti alla porta della camera per paura di essere derubato. Oggi lo dico sorridendo, perché col passare del tempo ho imparato ad amare gli albanesi: lì ho visto poca violenza, al contrario di alcuni ricchi Paesi occidental­i».

Quali altre imprese impossibil­i vuole ricordare mister De Biasi?

«Ricordo quando presi la panchina del Modena, in quel momento ultimo in classifica, e lo portai subito dalle serie C alla serie A, raggiungen­do infine la salvezza nella massima categoria con un gruppo di ragazzini già uomini».

A proposito di grandi uomini...Roberto Baggio?

«E’ stato un onore essere il suo ultimo allenatore. Baggio aveva diversi problemini fisici, eppure rimase sempre un fuoriclass­e».

Zeman ha detto: «Tutti si baciano la maglia, ma la maggior parte recitano».

«Difatti sono cambiati i valori. Oggi contano i soldi e l’immagine».

Senza contare i tatuaggi, moda che ha omologato tutti. Anche lei?

«Assolutame­nte no, né io né i miei familiari. Magari siamo noi quelli “non” normali”».

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