Corriere della Sera (Brescia)

Meno stranieri e meno studenti Così la scuola perde 1.200 iscritti

Un calo di 1.200. Restano ancora problemi seri per il sostegno e per i dirigenti

- Di Thomas Bendinelli

Complice il calo di nascite e il calo di stranieri, che fino agli anni scorsi compensava­no le culle vuote, la scuola bresciana ha perso centinaia e centinaia di iscritti. Negli istituti scolastici bresciani — il dato è stato fornito ieri dal dirigente Mario Maviglia — gli studenti sono passati da 197.049 a 195.772. Carenti anche gli insegnanti di sostegno.

Il calo delle nascite fa diminuire gli iscritti alle scuole dell’infanzia e della primaria. La conferma è stata data ieri dal dirigente dell’ufficio scolastico territoria­le Mario Maviglia nell’illustrare numeri e problemi del nuovo anno scolastico. «La flessione delle nascite non è recente — ha osservato Maviglia — ma in passato era compensata ampiamente dai flussi migratori, cosa che ora non accade più. Non solo perché ne arrivano meno da diversi anni a questa parte, ma anche perché sono cresciuti i flussi in uscita». I numeri fotografan­o gli studenti stranieri a maggio 2017, confrontan­doli con quelli di maggio 2016 («una questione di metodo che riesce a fornire informazio­ni più realistich­e rispetto alla presenza di stranieri nelle scuole», spiega la responsabi­le d’area Daria Giunti). Il calo maggiore avviene nelle scuole dell’infanzia, dove in un anno si è passati da 3.935 alunni a 3.473, quasi 500 in meno. In calo di circa 200 unità anche gli alunni stranieri delle primarie, passati da 13.520 a 13.310. In lieve crescita invece quelli delle scuole medie e più o meno uguali quelli delle superiori. Il calo di stranieri, come detto, non è compensato dai bimbi italiani e il risultato complessiv­o è negativo: 195.772 studenti quest’anno contro i 197.049 dell’anno precedente. In termini percentual­i significa che nelle scuole statali dell’infanzia c’è stato un calo di quasi il 2% da un anno con l’altro e dell’1,4% nella scuola primaria. Nelle scuole paritarie il calo c’è, ma per ragioni demografic­he. In lieve crescita all’infanzia o con un piccolo calo alle primarie, per le paritarie le diminuzion­i di iscritti più significat­ive sono state alla secondaria di primo grado (-2,39%) e alle superiori (-4,05%). Per quanto riguarda i docenti, nelle statali i posti in ruolo sono cresciuti di quasi 300 unità, ma dei 2.174 insegnanti di sostegno (+4,67% rispetto allo scorso anno) quasi 500 posti sono in realtà occupati da personale a tempo determinat­o non specializz­ato. Graduatori­e svuotate, trovare un docente di sostegno non è cosa semplice. Servirebbe­ro più corsi (la competenza è universita­ria) per formare i docenti mentre i pochi che ci sono a numero chiuso. E questo in un contesto nel quale il numero di alunni con disabilità è in aumento (4.383 quest’anno, 4.153 lo scorso): il risultato è che il rapporto alunni docenti è in peggiorame­nto (2,02 quest’anno, la normativa ne prevede 2,0).

Non bastasse, come ricordato ieri da Maviglia, la nuova norma regionale ha fatto diminuire le ore di assistenza e sta aumentando quindi la richiesta di sostegno («ma bisognerà vedere se arriverà l’autorizzaz­ione»). Dopo qualche anno di relativa calma, quest’anno anche il fronte dirigenti «inizia ad avere qualche sofferenza». Su 145 posti per dirigenti scolastici, quelli in ruolo sono 117, 28 dei quali costretti a una reggenza in un altro istituto. da poco è stato emanato il nuovo regolament­o per le procedure selettive per i nuovi presidi, a breve sarà pubblicato il nuovo bando di concorso. Se si fa la corsa contro il tempo per l’anno prossimo potrebbero esserci nuovi dirigenti freschi, più realistica­mente si slitterà al 2019. Salvo ricorsi che l’ultima volta non erano mancati.

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