Lavoro nero: in estate multe per 150 mila euro
La Guardia di Finanza ha passato al setaccio commercianti, imprese, affitti: pugno di ferro contro l’economia sommersa a tutela delle imprese oneste e dei consumatori, con particolare attenzione ai furbetti «estivi». Il risultato: multe per un ammontare di 150 mila euro.
Altro che ferie. Luglio e agosto: altissima stagione non solo per i turisti — e di conseguenza per chi nel settore ci lavora — ma anche per gli uomini della Guardia di Finanza. Che hanno passato a setaccio commercianti, imprese, affitti. Pugno di ferro contro l’economia sommersa a tutela delle imprese oneste e dei consumatori, con particolare attenzione ai furbetti «estivi» e alle zone di villeggiatura. Ecco, prendiamo il capitolo seconde e terze case da affittare proprio per le vacanze, ad esempio: al lago o in montagna, su 19 controlli in 13 casi i finanzieri hanno verbalizzato una serie di irregolarità contrattuali e amministrative.
Lavoro, stagionale e non: beccati sul fatto 135 operai in nero (o pagati «fuori busta»), di cui 79 stranieri. In Valcamonica il caso più eclatante: le Fiamme Gialle di Pisogne hanno scoperto tre società che si occupano di fornire lavoro nel settore della meccanica, che tra il 2013 e il 2016 — oltre a «dimenticare» di presentare la dichiarazione dei redditi — avrebbero imbastito contratti di lavoro fittizi per fornire manodopera illecita a basso costo ai clienti, eludendo la normativa di riferimento. Un escamotage che in gergo tecnico viene definita «interposizione abusiva di manodopera», e che ha permesso ai militari di contestare alle aziende in questione l’impiego di 94 dipendenti irregolari: risultavano dipendenti a tutti gli effetti e in modo stabile nelle ditte in cui, di fatto, prestavano servizio. Un gioco valso alle tre società «fornitrici» di manodopera sanzioni per 150 mila euro, oltre alla denuncia dei rispettivi titolari per non aver dichiarato redditi da circa 2 milioni di euro (Iva evasa per 430 mila euro e imposte non versate per altri 520 mila).
Anche la lotta alla contraffazione vanta numeri da capogiro: 487.988 articoli sequestrati e 4 denunce. Sul lago di Garda, nel mirino delle Fiamme Gialle di Salò un punto vendita di Roè Volciano gestito da cinesi: c’erano centinaia di articoli che riportavano un marchio CE (che indica i requisiti essenziali di sicurezza) non conforme a quello ufficiale. Risalendo la filiera illecita, gli investigatori sono arrivati in provincia di Padova, in una società gestita sempre da cinesi dove su disposizione della procura sono stati prelevati ulteriori 259 mila prodotti con marchio irregolare per un valore di 400 mila euro, e di oltre 155 mila articoli con false dichiarazioni sulla loro origine (per altri 200 mila euro): per esempio, pettorine e guinzagli per cani «made in Italy» che in realtà erano importati da Paesi extracomunitari. Altri 33 mila prodotti non avevano le indicazioni «minime di legge» per il consumatore: valore, 55 mila euro. Anche i benzinai senza scrupoli hanno provato ad approfittare delle «vacanze»: in tre sono stati multati per aver violato la disciplina sui prezzi. (m.rod.)