La riscossa del dialetto
Dal 1 ottobre al 30 maggio via agli spettacoli di «Le us da le as»
Dal 1 ottobre al 30 maggio. Ecco i mesi del teatro dialettale bresciano. In tredici diversi teatri parrocchiali 48 compagnie teatrali della provincia offriranno 74 repliche dei loro spettacoli, senza sovrapposizione di date.
Ancora una volta Cristian Delai, presidente onorario di «Palco giovani» e la sua efficientissima squadra – Dario Tornago in testa - sono riusciti a dar voce al nostro dialetto facendola uscire dal palcoscenico. La dodicesima edizione de «Le us da le as» è realtà. E stavolta c’è anche il coinvolgimento del Comune di Brescia, in particolare l’Assessorato alla Rigeneazione urbana ed alle
Non più farse infarcite di doppi sensi ma testi più raffinati tratti anche dai grandi classici
politiche per una città sicura, presente con Walter Muchetti.
Aria nuova, si augurano tutti. Il passato del nostro teatro dialettale non è stato sempre dei più felici. A buona ragione Renzo Bresciani diffidava della «comica tutta da ridere» infarcita di doppi sensi, il più delle volte giocata sul filo dell’equivoco. Situazioni e battute spesso imbarazzanti uscivano oltretutto da compagnie d’ oratorio. Certo i tempi sono cambiati i testi si sono raffinati. Sicuramente le compagnie hanno capito che spesso la risata divertita del pubblico di casa non nasceva tanto dalla situazione ma piuttosto dal vedere il salumiere del paese con la tonaca del parroco o altri bravi amici nei panni improbabili del medico, del banchiere o del becchino. Cosi sono resi conto che le parafrasi dialettali dei grandi classici possono essere arma a doppio taglio. Penso che un esempio positivo lo saprà offrire Giacomo Andrico (Teatro Casazza) che ha riscritto di sana pianta «Il medico dei pazzi» di Scarpetta
«Aria nuova» – ci dice Cristian Delai - «anche se la nostra funzione è più sociale che teatrale». Gli ha dato fiducia il Comune e quindi la Regione Lombardia (assessorato Culture, Identità e Autonomie)
«Èl parlà piõ bèl» - così lo definiva Angelo Albricci, poeta e rigattiere poi divenuto antiquario – torna sui palcoscenici del quartiere Casazza, del Villaggio Violino, di Sant’Eufemia e di Cristo Re (alla presentazione del calendario presenti i rappresentanti Valerio el Giudice e Ricardo Zandolini, Rita Spada, Ermanno Merigo ed Annuncio Bondaschi) ma anche di Folzano, Fornaci, a San Polo, Villaggio Sereno e Prealpino, Pavoniana, e Sant’Afra.
Il via domenica al teatro Colonna con «I gnari dè ìna olta» di Serle.
Ci sono compagnie che hanno lustri di attività sulle spalle o formazioni recenti. Fra queste gli «Amici di San Rocco» guidati da una giovane regista. Compagnia a sua volta formata da ragazzi e ragazze che vanno dai 17 anni ai 25. Buon segno: come dire che la passione per il teatro in dialetto prende ancora qualcuno e che non è ancora da archivio. Fra i complessi più vecchi «I caicì dè Inzi» che si esibiranno il 18 marzo. Attesissimi in città sono «Gli Zeloti» di Sabbio Chiese,un gruppo formato da grandi e piccoli, interi nuclei familiari ai quali fa proporre storie di paese recitate sunate e cantate.