Scuole di specializzazione arrivano due bocciature
Per il ministero «non hanno i requisiti necessari»
Per il ministero non hanno i requisiti minimi richiesti. E indispensabili. Gli aspiranti endocrinologi e medici legali bresciani dovranno farsene una ragione: il Miur non ha previsto l’assegnazione di specializzandi alle due scuole di specializzazione dell’Università degli Studi di Brescia.
Niente da fare per gli aspiranti endocrinologici e medici legali bresciani: quest’anno i corsi delle scuole di specializzazione non saranno attivati. Il Miur, il ministero dell’Istruzione, non ha previsto l’assegnazione di specializzandi alle scuole di Endocrinologia e Medicina Legale dell’Università degli Studi di Brescia. Il motivo? Non sarebbero in possesso dei requisiti minimi per formare i medici del futuro.
Ad agosto le scuole di specializzazione in Medicina italiane erano finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Osservatorio nazionale della formazione specialistica, istituito proprio dal Miur, che aveva valutato la qualità dell’offerta formativa secondo alcuni criteri precisi. Tra questi il numero di pubblicazioni a firma dei docenti, la garanzia di standard assistenziali di alto livello negli ospedali dove gli specializzandi svolgono il tirocinio e la presenza di spazi adeguati e laboratori specifici nelle sedi universitarie. Su 1.433 scuole 135 erano state bocciate e tra queste anche quattro bresciane, su 40 totali: la scuola di Farmacologia e tossicologia, la scuola di Genetica Medica, la scuola di Endocrinologia e malattie del metabolismo e la scuola di Medicina Legale.
L’Ateneo bresciano ha poi fatto sapere che «la scuola di Farmacologia non aveva partecipato alla procedura di accreditamento e quella di Genetica Medica aveva richiesto di far parte della rete formativa dell’analoga scuola dell’Università Statale di Milano che ha ricevuto l’accreditamento».
Dal nuovo elenco delle scuole di specializzazione in Medicina che potranno attivare i corsi per il prossimo anno — inviato alle Regioni dal ministero il 26 settembre — non compaiono nè Endocrinologia nè Medicina Legale dell’Università degli Studi di Brescia. «L’Ateneo — sottolineano in merito dall’Università — ha già provveduto ad inviare al Ministero una nota relativa all’adeguamento dei requisiti richiesti, confidando nella possibilità di riproporle per il prossimo anno accademico». Per i giovani medici che stanno già frequentando le scuole ritenute inadeguate nulla cambia: continueranno il loro percorso di studio anche perché ci sarà la possibilità per le scuole di mettersi in regola.
Per quanto riguarda la posizione dell’Ateneo bresciano all’interno del panorama nazionale e regionale dei contratti statali assegnati si può far emergere che il numero complessivo dei contratti assegnati non si discosta in modo sostanziale da quello degli anni precedenti, il numero delle borse regionali riconosciute all’Ateneo è aumentato da tre a cinque e quello delle convenzioni per il finanziamento da parte di enti esterni si attesta a tre contratti; tutte e diciassette le scuole già autonome hanno ricevuto borse e delle ventitrè scuole precedentemente in aggregazione, sia come capofila che come parte integrante di una rete formativa, 19 risulterebbero avere la piena autonomia, ciò a riconoscimento del valore formativo espresso.
«A fronte di questi elementi, certamente lusinghieri per l’Ateneo nel suo complesso — commenta con amarezza il rettore dell’Università Maurizio Tira — la ripartizione delle borse su base nazionale e regionale non appare coerente con lo sforzo effettuato per interpretare correttamente lo spirito della legge di riordino. Questa suggeriva la costituzione di ampie reti formative con il coinvolgimento di più strutture, in particolare del Sistema Sanitario Regionale e Nazionale. La non spiegabile disparità tra potenziale formativo dimostrato e l’effettiva assegnazione di contratti, decisamente inferiori alle attese (anche se la Regione investirà 6 milioni per altri 50 contratti, ndr), renderà di fatto difficile soddisfare tutte le aspettative suscitate nella fase costitutiva della rete stessa».
Il progetto La Regione investirà circa 6 milioni per altri 50 contratti divisi per ateneo e specialità