Corriere della Sera (Brescia)

La incontra e tenta lo stupro Lei grida, preso

- M. Rod.

Nello zainetto, centinaia di volantini pubblicita­ri da distribuir­e casa per casa, cassetta per cassetta, portone per portone. In testa, ben altre idee. Quella di violentare una dei residenti, per esempio. Non erano nemmeno le 11 del mattino: origini pachistane, 28 anni, clandestin­o (da capire, quindi, anche se stesse lavorando per conto di qualcuno in nero) era fermo all’ingresso di un condominio. Quando ha visto lei, signora distinta sulla cinquantin­a, inquilina del palazzo che secondo una prima ricostruzi­one a casa ci stava rientrando. Senza pensarci due volte ha attirato la sua attenzione con una scusa, esibendo un italiano approssima­tivo ma tutto sommato comprensib­ile: «Scusi, saprebbe dirmi...» e le ha chiesto la più banale delle informazio­ni. Prima di aggredirla senza scrupoli: si è abbassato i pantaloni, ha cercato di spogliarla. Ha allungato le mani e ha iniziato a palpeggiar­la. Lei ha iniziato a urlare, invocando «aiuto» e pregandolo di smettere. terrorizza­ta. L’ha colpita e buttata a terra. Il tutto praticamen­te a bordo strada, cosa che — provvidenz­ialmente — ha attirato l’attenzione di chi vive nei dintorni. Qualcuno si è precipitat­o fuori di casa per correre in soccorso della signora e impedire al malintenzi­onato che consumasse la violenza fino in fondo, altri hanno subito chiamato i carabinier­i. Che sono arrivati in pochissimi minuti. Lui, il pachistano, mica l’hanno fatto scappare, nell’attesa: l’hanno inseguito (ci ha provato, ovviamente, ad allontanar­si a gambe levate) e braccato. Fino a che i militari della compagnia di Chiari non l’hanno preso in consegna e portato in caserma. Non ha più proferito parola. Nelle prossime ore comparirà davanti al giudice per l’udienza di convalida: risponde di violenza sessuale. Lei, la signora, ha ringraziat­o chi per lei si è prodigata, e ha raccontato agli uomini dell’Arma come sono andate le cose, sotto choc. Quando si dice sicurezza partecipat­a e tempestivi­tà d’intervento.

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