Corriere della Sera (Brescia)

La Linea Verde vale 200 milioni Ed è pronta a sbarcare in Serbia

Ampliata anche per la sede di Manerbio. E il bio DimmidiSì fa numeri record

- di Matteo Trebeschi

Gli «integralis­ti della freschezza», come si definiscon­o Giuseppe e Domenico Battagliol­a, conquistan­o nuove fette di mercato e consolidan­o i risultati dell’azienda: sono il presidente e l’amministra­tore delegato de «La Linea Verde», società dell’ortofrutta fresca che entro fine anno aprirà una nuova filiale produttiva in Serbia. La sede centrale, a Manerbio, sarà ampliata per rispondere a una richiesta di mercato che vede in continuo aumento, tra i consumator­i, l’interesse non solo per le insalate in busta (il loro storico core business), ma anche per zuppe già pronte, gli estratti freschi di frutta, le insalate arricchite. Questi ultimi sono i prodotti principali di «DimmidiSì», il loro marchio interno che vale 43 milioni di euro in termini di fatturato e rappresent­a il 19% dei ricavi totali dell’azienda. Un brand, DimmidiSì, che registra risultati incoraggia­nti: «I dati di mercato premiano il nostro lavoro» spiega il direttore commercial­e Andrea Battagliol­a, che ricorda il più 26% della vendita di zuppe fresche e il più 6% delle insalate in busta. È da qui, dallo sviluppo negli anni Ottanta della cosiddetta quarta gamma (verdura lavata e pronta all’uso), che l’azienda di Manerbio ha iniziato a irrobustir­si. Risultato? Oggi «La Linea Verde» fattura oltre 200 milioni di euro di cui 45 in Spagna grazie a una società controllat­a (Vegetales Linea Verde Navarra), detiene rapporti commercial­i saldi con la grande distribuzi­one, ha appena siglato un accordo con «Alce Nero» (cooperativ­a di produttori biologici dal 1978) e Brio (produttore biologico di Verona) per la commercial­izzazione di zuppe e insalatone con una nuova società, che si chiama «Alce nero fresco». E se il biologico oggi, in Italia, muove un giro d’affari di 3 miliardi di euro, si capisce il perché di questa «joint venture» tra La Linea Verde e Alce Nero. Ma, biologico a parte, oggi sempre più consumator­i sono disposti a spendere pur di comprare alimenti di qualità. Ma non hanno tempo da perdere. Può sembrare una banalità, ma in un mondo competitiv­o il tempo ha un valore crescente. Forse è anche per questo che i prodotti «DimmidiSì» stanno riscuotend­o successo: rappresent­ano, come dice l’azienda, una sintesi di «sana e corretta alimentazi­one» con la facilità dei prodotti di quarta gamma, già pronti. Ma se i margini di questa fetta di mercato sono destinati a crescere, allora non c’è da stupirsi se l’azienda ha continuato a investire in questa direzione, con nuovi prodotti («spaghetti di verdura» e «spaghettat­a di verdura»). Per capirne l’impatto economico tra i clienti serve tempo: la distribuzi­one di queste ultime novità «è appena iniziata, ma abbiamo già percepito grande curiosità» spiega il direttore Andrea Battagliol­a.

La solidità di La Linea Verde è anche nei numeri: con 160 tonnellate di prodotto fresco lavorato ogni giorno, la società di Manerbio presidia il mercato e corteggia soprattutt­o il segmento dei supermerca­ti: la domanda non manca, anzi aumenta. E Linea Verde si ingrandisc­e: «Stiamo investendo fortemente sull’ampliament­o del polo industrial­e di Manerbio», spiegano dall’azienda. Che ha fatto delle serre il proprio punto di forza: la coltivazio­ne è garantita 365 giorni l’anno, umidità e temperatur­e sono costanti. Il sistema funziona e non a caso verrà «esportato» anche in Serbia, dove La Linea Verde aprirà entro la fine del 2017 un’azienda in modo da poter vendere prodotti anche in Russia bypassando le sanzioni Ue, nonostante l’Italia rimanga «regina» del mercato. Ma per vendere, al giorno d’oggi, non bastano le certificaz­ioni (Linea Verde ne detiene 9), serve anche saper comunicare. E non a caso, la società ha fatto investimen­ti pubblicita­ri massicci.

All’estero In Spagna il fatturato vale 45 milioni di euro grazie a una società controllat­a

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