Il cinema d’Africa per conoscere un continente
Al via la rassegna Cinema Africa con «Kamenge»
Non solo bric à brac di immaginario coloniale o sbarchi di migranti. C’è un’Africa ancora tutta da scoprire con fior di scrittori e registi, con una nuova generazione di intellettuali che hanno fatto tesoro del meticciato e sanno riflettere sulle contraddizioni e sull’amnesia culturale dell’Occidente. La bresciana Associazione Kemenge da anni si prodiga a favore dei Paesi in via di sviluppo, diffondendo la conoscenza dei problemi economici e sociali del Continente Nero, sostenendo iniziative di promozione del progresso e della civile convivenza. «L’intercultura — ha detto Paolo Bonzio — è l’unica via per sconfiggere ignoranza e paura che si oppongono all’accoglienza e al confronto pacifico». Come ogni anno Kamenge organizza la rassegna Cinema Africa, questa è l’undicesima edizione, con la collaborazione distributiva del Coe (Centro orientamento educativo), una ong che si occupa di volontariato e cooperazione internazionale. E proprio quest’anno la rassegna viene inglobata nel Festival delle Missione, che la Fondazione Missio, organismo pastorale della Cei, promuove insieme alla diocesi di Brescia in ottobre. Quattro i film in programma. Lunedì 9 viene presentato Ma révolution (la mia rivoluzione) di Ramzi Ben Sliman, francese di origine tunisina, una commedia agrodolce che racconta la vicenda del giovane Marwan diviso tra le emozioni turbolente suscitate dall’amore per la sua compagna di studi Sygrid e l’entusiasmo per la rivoluzione araba dei gelsomini. Un incrocio di passioni pubbliche e private. Martedì 10 sarà la volta di un film di Taiwan (l’interesse si rivolge ai Paesi in via di sviluppo alle prese con la crisi economica globale). In The Rice Bomber di Chi Li un contadino di nome Yang Rumen lotta contro il governo che ha favorito le importazioni di riso dall’estero, impoverendo i produttori locali. Terza opera esposta, lunedì 16, è The Crow’s Egg (Uovo di corvo) dell’indiano M. Manikandan, reduce dal successo alla Berlinale. Qui due fratelli di una famiglia poverissima salgono sugli alberi per nutrirsi delle uova dei corvi ed assumere proteine più a buon mercato. Accanto alla loro bidonville, un giorno, apre una pizzeria e i due ragazzini incominciano a risparmiare per gustare la nuova costosa prelibatezza.
Infine, martedì 17, Wallay di Berni Goldblat, romanzo di formazione ambientato in Burkina Faso. Le proiezioni, con sottotitoli, si tengono al cinema teatro di Borgo Trento alle 20.30. Ingresso gratuito.