Accademia cattolica: si discute di tecnologia
L’Accademia cattolica affronta i temi della tecnica e dell’economia
Inizia il 18 ottobre il nuovo ciclo di conferenze della Accademia Cattolica di Brescia ed è l’occasione per parlarne con il direttore, mons. Giacomo Canobbio.
«Dopo il percorso compiuto nei tre anni precedenti dedicati ad ascoltare i diversi saperi sull’umano e a cogliere le variazioni del desiderio in rapporto ai diritti e alla legge, sembra utile prestare attenzione a due fattori che stanno modellando l’umano: l’economia e la tecnica, nella loro interconnessione. Non si tratta di considerare i saperi, bensì le pratiche che incidono sul rimodellamento di sé da parte delle persone e sulla ‘progettazione’ dell’umano. Pare infatti che si stia assistendo a un superamento della concezione moderna: dall’homo faber si tende a passare all’homo factus, con la conseguenza che il soggetto non appare più il protagonista, bensì l’esito, il prodotto di forze (economia e tecnica) che mentre offrono nuove possibilità di attuazione del soggetto, lo soggiogano. Pare di assistere al tramonto della libertà provocato dal suo stesso prodotto. Viene alla mente quando Max Horkheimer rilevava in La nostalgia del totalmente altro appunto a proposito della libertà ormai soggiogata».
Nell’età della globalizzazione sembra venir meno ogni gerarchia del sapere.
«Su questo sfondo non c’è alcun sapere che possa pretendere di dire che cosa dell’umano vada salvaguardato, poiché non c’è nessun sapere che sia in grado di affermare cosa sia l’umano: se questo è ‘prodotto’, il sapere l’umano dovrà restare sempre aperto, senza alcun confine prefigurabile. Infatti il progresso tecnologico, che è reso possibile da scelte economiche finalizzate a volte ad accrescere le possibilità finanziarie di alcuni gruppi, porta in sé l’esigenza di raggiungere sempre nuove possibilità».
Non le sembra che il modello evoluzionistico del sapere stia diventando il punto di vista a partire dal quale si sviluppa ogni indagine?
«L’assunzione del modello evolutivo che sta sullo sfondo del progresso comporta la convinzione che l’umano attualmente conosciuto è solo una tappa del processo evolutivo; sicché l’umano sta davanti a noi; è quindi in fieri e alla sua costruzione contribuiscono molteplici fattori, che a parere di qualcuno stanno già inscritti nella biologia come apparirebbe dal processo evolutivo. In tal senso economia e tecnica sarebbero fattori che gli umani si sono dati per portare a compimento in maniera asintotica il processo evolutivo».
Come non rassegnarsi a questa egemonia che ha i tratti di un nuovo positivismo?
«Sembra opportuno lasciarsi interrogare dalla tecnica e dall’economia — sia per verificare se è ancora adeguato il metodo di accostamento all’umano che la tradizione biblico-cristiana ci ha trasmesso, sia per offrire un contributo critico alla pretesa – non sempre confessata – che tali fattori manifestano in ordine alla costruzione dell’umano. Si tratta di ascoltare cultori di economia e tecnica — ed è per questo che abbiamo invitato esperti delle nuove tecnologie, neuroscienziati, economisti e filosofi — per capire quali modelli di umano siano presupposti e siano immaginati per il futuro: quasi una ricerca dei presupposti, dei processi e dei fini. Ne va non solo dell’umano ma pure dell’habitat nel quale l’umano si costruisce».
Ritorna la domanda che è il filo rosso della ricerca intrapresa dalla Accademia: chi è il soggetto? Chi definisce i confini e le sfere di influenza dell’umano?
«Sì, sul tema “identità e soggetto” abbiamo già fatto dei sondaggi. Ma sembra opportuno riprenderlo con affondi nuovi. Il confronto va condotto sul rapporto tra “persona”, eredità tipica della nostra tradizione — rimessa in auge dal pensiero personalista del ‘900 — e “individuo”, che sembra essere al centro dell’attenzione di economia e la tecnica, che solo in seconda istanza considerano la rete costitutiva dei rapporti umani, con le conseguenze che ne derivano: prevalenza di potere, potenza, operatività e proprietà. Gli ambiti di riflessione sono numerosi: dalla biologia, all’ecologia, alla sociologia, alla politica, avendo sullo sfondo la questione etica, che è trasversale a tutti questi ambiti. La questione da esplorare potrebbe essere formulata in questo modo: in quale forma economia e tecnica stanno orientando il rimodellamento dell’umano, della vita sociale, del corpo, delle relazioni affettive, delle scelte politiche».
Destini Il direttore don Giacomo Canobbio: indaghiamo i fattori che modellano l’umano Evoluzione I nuovi fattori sembrano destinati a portare a compimento il processo evolutivo della specie Effetti Se prevale il concetto di individuo prevalgono potere, potenza, operatività e proprietà