Le undici danze di Virgilio Sieni al Teatro Grande
Stasera al Grande con la sua performance «Isolotto»
Sfondo nero, yin e yang, un fascio di cavi rampicante, linoleum bianco sul palco e gambe che perdono e ritrovano l’equilibrio. Virgilio Sieni accarezza l’aria. Cammina a quattro zampe, si alza, si inchina, si volta: esplora le infinite suggestioni del movimento graffiando il vuoto, in balia di un raptus. È un archeologo del gesto: con «Isolotto», la performance interpretata dal coreografo come un assolo sui sussurri sonori del chitarrista norvegese ed ingegnere dell’elettronica Eivind Aarset, che divide il palco con lui, ragiona sul senso del balletto e della vita attraverso undici danze in serie. La performance è in scena stasera al Teatro Grande (alle 20.30).
Il palco, quasi una gabbia esistenzialista, è pervaso di un’energia siderale: l’unico fulcro è il corpo del coreografo, composto, scomposto e ricomposto a seconda del momento, e sempre connesso, in un rapporto invisibile e insieme carnale, con la presenza di Aarset, trincerato dietro una consolle che sembra un altare. Tra picchi e pause, accelerazioni, respiri lenti e cambi improvvisi, la drammaturgia fa un viaggio nel gesto per tappe esasperando la danza e suggerendo nuove possibili variabili: Sieni cammina, fugge, aspetta, gioca, si dondola, articola movimenti, cerca l’equilibrio, arriva alla felicità mettendosi a quattro zampe, si rannicchia per piangere, viene crocifisso e sprofonda nell’abisso.
La sua perfomance inizia da una serie di domande: «Che cos’è danzare se non mettersi in cammino, curiosi dei nuovi margini che l’arcipelago del corpo lascia apparire? Se non porsi sulla soglia della caduta e lasciare che le infinite figure inscritte nel corpo si manifestino nell’incontro con la narrazione articolare?». Le danze in serie di Isolotto si aprono alle coincidenze, sondano ogni muscolo e ripercorrono la crescita dell’uomo in ciascuna fase della sua crescita, partendo dal movimento primario e ancestrale per arrivare a segni inediti: Sieni cerca anche un contatto con il pubblico spingendosi verso la platea, ma poi finisce a danzare la sua vita sul palco.
È solo la prima di una serie di spettacoli con cui il Grande vuole arrivare all’estremo del balletto, e far affiorare le sue affinità elettive con l’elettronica, attraverso i più grandi coreografi della scena contemporanea. Si può cercare un biglietto a teatro: la biglietteria resterà aperta dalle 15.30 all’inizio di «Isolotto» (posto unico a 20 euro; gli studenti hanno uno sconto del 50 per cento).