L’aeroporto avrà la ferrovia
Nuovi 10 chilometri di rotaie da Ghedi a Montichiari. Fermata anche alla Fiera
Ministero e Rfi investiranno 250 milioni di euro per riqualificare la linea ferroviaria Brescia-Parma: verrà elettrificata e si realizzeranno nuovi 10 km di rotaie da Ghedi a Montichiari, che arriveranno dentro l’aeroporto ed alla Fiera.
Entro cinque anni in 26 minuti si potrà arrivare in treno da Brescia davanti alla Fiera di Montichiari. E due minuti dopo anche davanti all’aeroporto D’Annunzio. Come si sa a Montichiari non c’è alcuna strada ferrata. Ma ministero delle Infrastrutture e Rete Ferroviaria Italiana hanno deciso di realizzare 10 chilometri in più di binari sulla linea Brescia-Parma, riqualificando l’intera tratta di 25 chilometri (che verrà anche elettrificata) fino alla stazione Fs di Brescia. Un investimento di 250 milioni di euro, entrato ufficialmente a far parte del contratto di programma 2017-2021 deciso dal Cipe il 7 agosto. Un progetto reso possibile dal miliardo risparmiato non costruendo lo shunt alla linea Tav, che avrebbe dovuto bypassare la città e collegare Travagliato a Montichiari.
Un progetto «storico». In grado di rivoluzionare il sistema trasportistico di uno snodo vitale per la provincia. Non solo perché i 50mila residenti tra Montichiari, Ghedi, Montirone e San Zeno Naviglio avranno un treno ogni mezz’ora per arrivare in città e potranno lasciare l’auto in garage (con evidenti benefici per la qualità dell’aria). Ma anche perché apre enormi potenzialità per il rilancio dell’aeroporto D’Annunzio, per il traffico di merci e (si spera) anche di passeggeri (ad oggi non c’è nemmeno un volo di linea).
Di progetto «storico» hanno parlato ieri anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Brescia, Federico Manzoni e Diego Peli, consigliere provinciale con delega ai Trasporti, ufficializzando la promessa abbozzata in passato dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, per il quale gli investimenti sul ferro non devono limitarsi alla linea Tav. «Esclusa la Tav, è il più grande investimento fatto sulla linea ferroviaria storica» commenta Manzoni, che confida nel rispetto della tempistica prevista . Per ora c’è solo uno studio di fattibilità, ma anche la disponibilità di 10 milioni di euro per redarre il progetto definitivo. Per trovare la copertura degli altri 240 milioni (ma il contratto di programma arriva a 1,4 miliardi con gli interventi lungo la Cremona-Olmeneta, la Padova-Castelfranco e la Variante di Riga) la decisione del Cipe dovrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale (nelle prossime settimane); poi dovrà passare nelle commissioni parlamentari competenti. In linea di massima i lavori dovrebbero proseguire parallelamente a quelli per la realizzazione della tratta Tav BresciaVerona (con i cantieri che apriranno nei primi mesi del 2018).
Manzoni illustra anche nel dettaglio l’intervento, che sarà suddiviso in tre lotti: il primo riguarda il raddoppio della linea Brescia-Parma fino a San Zeno Naviglio (ora a binario unico), tratto fondamentale perché sfruttato anche dalla Brescia-Cremona. Il secondo lotto prevede l’elettrificazione della linea da S.Zeno fino a Ghedi. Il terzo, la realizzazione di nuovi 10 chilometri di binario unico fino a Montichiari: «Con le nuove tecnologie sarà comunque possibile far viaggiare due treni all’andata e due al ritorno l’ora» spiega Manzoni. Altro dettaglio importantissimo: verranno eliminati gli undici passaggi a livello presenti lungo i 15 km da Brescia a Ghedi. «L’intervento avrà un effetto moltiplicatore sulla connettività dell’area, che aveva bisogno di servizi ferroviari efficienti. Sulla direttrice per Parma i veicoli in ingresso in città sono aumentati del 54% ma l’utilizzo della linea ferroviaria
Da Brescia a Ghedi saranno eliminati una dozzina di incroci con la strada ferrata
è calato del 30%. Sulla direttrice per Cremona abbiamo avuto un +44% di veicoli ma un -7% di spostamenti in treno».
Il futuro della mobilità punterà appunto sul «ferro». Peli ricorda che l’Agenzia del trasporto pubblico locale nel 2019 metterà a gara tutti i collegamenti bus della provincia (funzioneranno a metano) e potrà quindi «tagliare» le sovrapposizioni. Lo farà a breve anche in Franciacorta, quando verranno potenziati i treni da Rovato per la città. E va ricordato che nel 2019 Trenord trasformerà la linea Brescia-Iseo (con fermata a Castegnato e Mandolossa) in una sorta di treno metropolitano, mentre tra sette anni — liberata la linea storica per Verona dai Frecciarossa — arriveranno treni cadenzati anche per il Garda (con possibile fermata a Rezzato). La città tra qualche anno sarà al centro di una fitta rete di collegamenti ferroviari. «Il nostro obiettivo è chiaro — dicono all’unisono i due amministratori — a Brescia si dovrà entrare il meno possibile in auto». Allora sì , i troppi superi di polveri sottili nell’aria saranno un lontano ricordo.