Shopping coi soldi della materna denunciata dalla Finanza
È riuscita a «prelevare» quasi 300 mila euro in quattro anni. Salvo poi restituirne «solo» 130 mila. Nei guai, la donna è stata denunciata per peculato dopo le verifiche delle Fiamme Gialle, la segretaria e contabile di un asilo di Corte Franca: i soldi della cassa dell’istituzione li usava per comprare scarpe, vestiti, regali di Natale. E, è stato accertato, persino i pneumatici nuovi per l’auto.
Alla cassa sfoderava il libretto degli assegni: non trasferibili. E firmava. Comprava scarpe (tantissime), abiti all’ultima moda, trattamenti estetici, fiori, regali di Natale. Ma pagava anche meccanico e gommista. Per sé e la sua famiglia. A prosciugarsi, però, erano i conti della scuola materna privata di Nigoline di Corte Franca, dove lei, 46 anni, lavorava con doppio ruolo: segretaria e contabile. Del resto di mestiere, ufficiale, fa la commercialista in uno studio di Rovato. Dal consiglio di amministrazione dell’ente morale, che di lei si fidava ciecamente, aveva delega per gestire in piena libertà i conti correnti dell’istituto. Chiaro che una volta chiamata a riferire sui conti, pare esibisse «bilanci» falsificati. In quattro anni, secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza, la signora è riuscita ad appropriarsi di qualcosa come 300 mila euro. Per lo shopping. Capitolo uscite: quanto ai prelievi (cospicui) dai conti, ai soci faceva risultare si trattasse di prestiti destinati ad alcune aziende in difficoltà. Capitolo entrate: dalla ricostruzione dei movimenti finanziari dai conti correnti riconducibili alla scuola, la segretaria infedele ogni tanto qualcosa restituiva: è riuscita a riaccreditare circa 130 mila euro. Ma resta un buca da circa 170 mila. «Si tratta della parziale restituzione delle somme ricevute dalla società a cui li avevamo dati» spiegava lei al cda. Fino a che non è arrivata lei, la nuova presidente. Uno sguardo alla documentazione finanziaria, e ha capito subito che qualcosa non quadrava: era marzo quando ha sporto querela contro la segretaria, rimossa dall’incarico. Su delega della procura, a indagare sono state le Fiamme Gialle di Chiari. Gli illeciti erano evidenti. Così come i riscontri: bancari e testimoniali. Adesso la signora deve rispondere di peculato.