Cattedra a Brescia, il marito cieco al Sud
L’uomo scrive al ministro: vittima della buona scuola, costretto a tornare dai genitori
Vittima della buona scuola. La buona scuola che gli ha portato la moglie a un migliaio di chilometri di distanza, lasciandolo solo a brancolare nel buio. Salvatore Bonferrato, fisioterapista di 40 anni di Regalbuto (Enna), totalmente cieco da 23 anni per una gravissima forma di glaucoma, è stato costretto a tornare a vivere con i genitori ottantenni quando la moglie ha dovuto raggiungere la scuola primaria nel Bresciano perché titolare di cattedra.
Una situazione insostenibile che ha spinto il 40enne a chiedere al ministro dell’istruzione di revocare il trasferimento della moglie che procura problemi alla sua quotidianità. «Chiedo al ministro dell’Istruzione di trovare una soluzione alternativa che possa fare ricongiungere ai suoi cari una persona sfortunata come me, che per troppo poco tempo ha gustato il calore di una famiglia normale, idea subito infranta da una burocrazia di servizio lontana certamente dalle persone con disabilità».
«Dopo il matrimonio, per il nuovo anno scolastico di servizio di mia moglie — dice — abbiamo chiesto l’assegnazione provvisoria interprovinciale nella provincia di Enna ritenendo che la mia condizione di non vedente con Legge 104/92 ci permettesse comunque di avere una vita familiare quasi normale». Ma solo adesso la coppia ha scoperto che non c’è stata l’assegnazione provvisoria. Ma Salvatore non si dà pace. Rivuole la sua vita con la moglie.