Corriere della Sera (Brescia)

È il destino inevitabil­e di un rapporto mai nato

- Passerini

Era inevitabil­e, sorprende piuttosto che Boscaglia sia durato tanto a lungo. Non aveva la fiducia di Cellino, lo sentiva, era impossibil­e e insensato andare avanti così, come in certi amori in cui sai benissimo come andrà a finire: meglio chiuderla prima, grazie e arrivederc­i. Cellino non l’ha capito fin dal primo giorno, anche quando ci scherzava diceva una verità: non è il mio allenatore, non mi convince. Boscaglia è un buon tecnico, con i pregi e i difetti di chi arriva tardi in alto. Anche questo gli servirà, ogni sconfitta è utile a chi sa capirla, lui che è un siciliano furbo ci troverà una lezione. Era come se ogni settimana recitasse a soggetto, in cerca di un’approvazio­ne padronale che non sarebbe mai arrivata. La convivenza coatta avrebbe solo accresciut­o le nevrosi reciproche e dato alibi un po’ a tutti. Paradossal­mente sarà un sollievo per lo stesso Boscaglia, non è un’idea ma una certezza, è lui stesso che lo ha lasciato intendere in queste ore a chi gli è vicino. Oggi Cellino ha il suo allenatore, quindi la responsabi­lità da qui in poi è tutta sua, il giusto o lo sbagliato saranno una questione privata, non più ereditaria. Sarà tutto molto diverso, più corretto, il Brescia fin qui non è stato una squadra in tutto e per tutto, mancava la gerarchia del comando, la logica inappuntab­ile della responsabi­lità. Difficile capire se Marino possa essere la soluzione migliore, di sicuro è una scelta di prospettiv­a. Giudicato davvero bravo da tutti per il suo 4-3-3 autentico già da Catania, da qualche anno si è un po’ perso. È una sfida anche per lui, c’è una logica d’insieme, un allenatore dal buon passato in cerca di un futuro all’altezza del proprio valore. A pensarci bene sembra di parlare del Brescia.

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