Corriere della Sera (Brescia)

Il primo giorno di Marino «Non potevo dire di no»

Il primo giorno di Pasquale Marino: allenament­o, conferenza stampa e firma fino al giugno 2019 Le ragioni della scelta: «Brescia è una piazza affascinan­te, il presidente idee che condivido»

- Luca Bertelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ora è ufficiale: Pasquale Marino ha firmato un contratto sino al 30 giugno 2019 con il Brescia e ieri era già in campo.Domani il Novara: «Cellino mi ha convinto con una telefonata notturna». (LaPresse/Cavicchi)

Gli occhiali sono blu, come la divisa sociale. Con Cellino condivide la scaramanzi­a. «Se penso agli esoneri del presidente? Scusate, ma tocco ferro...», dice Pasquale Marino mentre cerca qualcosa per scacciare il malaugurio. La scintilla tra i due è scoccata però al telefono nella notte tra martedì e mercoledì. Cellino lo ha chiamato a mezzanotte, «Mi stavo quasi addormenta­ndo — racconta il nuovo allenatore delle rondinelle — e invece siamo stati al telefono per due ore e mezza. Non parlo così tanto neanche con mia moglie». Alla fine, però, il «capo» lo ha convinto e si è convinto dopo aver ricordato le sfide contro il suo Cagliari, che Marino battè nel giorno della sua prima vittoria in A. I due si sono detti sì e il matrimonio, per le abitudini del nuovo patron, è persino lungo: l’accordo scadrà il 30 giugno 2019, data non casuale perché disegna la tempistica del nuovo corso. «La volontà è di porre le basi quest’anno per la prossima stagione», dice il ds Renzo Castagnini, rappresent­ante della società a fianco dell’allenatore. Il quale non chiude le porte a nulla, ben ricordando l’esperienza a Vicenza del 2013-14 con cui vede tante analogie: «Li presi da ventesimi a fine ottobre, con 10 punti come ora ma con tre gare in più giocate. E finimmo terzi. Tutto è possibile — continua — ma in Serie B bisogna essere razionali. Sono stato chiamato perché condivido con il presidente una certa idea di calcio e mi ha chiesto di far crescere una rosa che ha bisogno di essere selezionat­a». Non siamo ai casting di inizio stagione, ma quasi. Il Brescia era e resta un cantiere, tuttavia il vento del cambiament­o l’ha annusato anche un uomo di mare («Ero a fare il bagno fino all’altro ieri...») come Marino: «Brescia mi affascina, è una piazza gloriosa che non può lasciarti indifferen­te. Altrimenti avrei aspettato ancora. E l’entusiasmo del presidente mi ha contagiato: ha preso questa società perché sogna in grande. Bisognerà seminare per poi raccoglier­e, andrà fatta una programmaz­ione in modo graduale. Ma c’è un progetto e io ho deciso di sposarlo». Parola (progetto) spesso abusata nel calcio, qui sembra usata con senno: «Anche se poi — prosegue con una nota di amarezza — tutto può saltare in aria per un gol da trenta metri, è il calcio...». Ogni riferiment­o alla dolorosa semifinale play off, persa a maggio dal suo Frosinone con il Carpi, non è casuale.

Ora, però, è tempo di ripartire. Già domani, contro il Novara. Lo attendono altre notti in bianco, stavolta il nottambulo Cellino non c’entra: l’uomo di Marsala, 55 anni, divora partite delle squadre avversarie e dovrà recuperare il tempo perduto. Intanto ieri pomeriggio ha diretto la prima seduta, lasciando intuire che la base tattica sarà il 4-3-3. Un altro punto d’incontro con il presidente, cui però ha chiesto di portare in panchina 12 uomini e non i soliti sette che erano imposti a Boscaglia, ieri al passo d’addio all’ora di pranzo. «Mi hanno presentato tutti i 34 giocatori — ha concluso con una battuta — ed era già finito l’allenament­o. Adesso dovrò ricordare tutti i nomi». È la prima sfida, la più facile.

Marino Cellino mi ha telefonato a mezzanotte, abbiamo parlato due ore e mezza. Ho detto sì al progetto

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