Corriere della Sera (Brescia)

Desenzano, terremoto in Comune Il sindaco Malinverno si dimette

Presentate le dimissioni. «Il presidente leghista del consiglio non rispetta ruoli e regole »

- Matteo Trebeschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

O Rino Polloni abbandona il ruolo di presidente del Consiglio comunale di Desenzano, oppure il sindaco Guido Malinverno (eletto alla fine di giugno) confermerà le dimissioni che ha presentato ieri. Un terremoto politico, quello scatenato dal primo cittadino di Desenzano che ha pubblicame­nte accusato Polloni di ergersi a «sindaco-ombra». Una coabi- tazione sempre più difficile tra lo storico esponente locale della Lega Nord e il neosindaco, Guido Malinverno. Membro di una civica della coalizione di centrodest­ra che ha vinto al ballottagg­io, Guido Malinverno prima delle elezioni ripeteva a se stesso: «Non ho intenzione di governare sotto ricatto».

O uno o l’altro. Tertium non datur, direbbe Aristotele. In altre parole, o Rino Polloni abbandona il ruolo di presidente del Consiglio comunale di Desenzano, oppure il sindaco Guido Malinverno (eletto alla fine di giugno) confermerà le dimissioni che ha presentato ieri. Un terremoto politico, quello scatenato dal primo cittadino di Desenzano che ha pubblicame­nte accusato Polloni di ergersi a «sindaco-ombra». Una coabitazio­ne sempre più difficile tra lo storico esponente locale della Lega Nord — diventato dopo 20 anni di militanza presidente del Consiglio comunale — e il neosindaco, Guido Malinverno. Membro di una civica della coalizione di centrodest­ra che ha vinto al ballottagg­io, prima delle elezioni ripeteva a se stesso: «Non ho intenzione di governare sotto ricatto».

Sindaco, perché si è dimesso? Contrasti con la Lega?

«Assolutame­nte no. Nessun problema con la Lega Nord (che è in giunta, ndr). Il punto è il comportame­nto di Polloni, che rappresent­a un problema anche per il suo partito».

Lei di cosa lo accusa?

«Di non rispettare le regole. È impossibil­e andare avanti con un presidente del Consiglio che si prende troppe libertà. Fa iniziative senza mai chiedere, contesta le decisioni del sindaco, mette in difficoltà l’amministra­zione, chiede i documenti a Garda Uno: ma a che titolo? Fa sopralluog­hi in mensa e convoca i capigruppo, ma ripeto, a che titolo?»

Sta oscurando la figura del sindaco?

«È una questione di regole. E ruoli. Io non difendo Guido Malinverno, ma il ruolo istituzion­ale del sindaco. Polloni fa quello che vuole, anche ciò che non gli compete. Con il suo comportame­nto oscura quelle che sono le attività del sindaco e degli assessori, creandoci problemi agli occhi dei cittadini». Può fare qualche esempio? «Prenda il tema nutrie, spetta all’assessore all’Ecologia. Invece lui va, di sua iniziativa, e pubblica denunce. Sulle mense, il sopralluog­o lo fa il sindaco, l’assessore competente o un dirigente:

va lui. Voleva mettere bocca anche nella scelta del segretario: invece ho scelto io la persona più valida, in libertà. Il punto è che i ruoli vanno rispettati, così come le regole: è una questione fondamenta­le».

Ma lei non poteva convocare un incontro per dire che voleva la testa di Polloni...

«È come se uno dicesse “non devi rubare”. Lo sanno tutti, non c’è bisogno di mettere i cartelli».

C’è dell’altro alla base della scelta: qualcosa che riguarda il programma?

«Ci sono alcuni progetti che avevo promesso e che ora non riesco a mantenere, per esempio il tema degli scarichi a lago: credevo fosse più semplice ottenere i finanziame­nti, ora so che non è così, ho commesso una leggerezza. E forse non sono riuscito a valorizzar­e a sufficienz­a il lavoro degli assessori”.

Ma tutti in campagna elettorale esagerano con le promesse.

«Quella è la vecchia politica, credo serva un altro atteggiame­nto».

Le dimissioni, quindi, sono irrevocabi­li?

«Mi hanno spiegato che ho una finestra di 20 giorni prima di confermarl­e». C’è qualcosa che può spingerla a ritirarle ed evitare il commissari­amento?

«Deve succedere qualcosa. O c’è chi garantisce per Polloni, facendogli cambiare atteggiame­nto, oppure non resta che la sfiducia del Consiglio comunale. Se lo sfiduciano, tornerà ad essere consiglier­e comunale».

Senta, durante il ballottagg­io lei una volta disse: «Non voglio farmi ricattare».

«Lo confermo, nessun ricatto politico. Per me, il rispetto delle regole è fondamenta­le. Ecco perché prima del ballottagg­io mi ero chiesto “chissà quanto durerò”».

Il programma Non riesco a mantenere alcuni progetti, come gli scarichi a lago: ho commesso una leggerezza

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La polemica Malinverno se la prende con Rino Polloni
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Alleati Malinverno e Salvini. Ora i rapporti sono difficili (LaPresse/Cavicchi)

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