Desenzano, terremoto in Comune Il sindaco Malinverno si dimette
Presentate le dimissioni. «Il presidente leghista del consiglio non rispetta ruoli e regole »
O Rino Polloni abbandona il ruolo di presidente del Consiglio comunale di Desenzano, oppure il sindaco Guido Malinverno (eletto alla fine di giugno) confermerà le dimissioni che ha presentato ieri. Un terremoto politico, quello scatenato dal primo cittadino di Desenzano che ha pubblicamente accusato Polloni di ergersi a «sindaco-ombra». Una coabi- tazione sempre più difficile tra lo storico esponente locale della Lega Nord e il neosindaco, Guido Malinverno. Membro di una civica della coalizione di centrodestra che ha vinto al ballottaggio, Guido Malinverno prima delle elezioni ripeteva a se stesso: «Non ho intenzione di governare sotto ricatto».
O uno o l’altro. Tertium non datur, direbbe Aristotele. In altre parole, o Rino Polloni abbandona il ruolo di presidente del Consiglio comunale di Desenzano, oppure il sindaco Guido Malinverno (eletto alla fine di giugno) confermerà le dimissioni che ha presentato ieri. Un terremoto politico, quello scatenato dal primo cittadino di Desenzano che ha pubblicamente accusato Polloni di ergersi a «sindaco-ombra». Una coabitazione sempre più difficile tra lo storico esponente locale della Lega Nord — diventato dopo 20 anni di militanza presidente del Consiglio comunale — e il neosindaco, Guido Malinverno. Membro di una civica della coalizione di centrodestra che ha vinto al ballottaggio, prima delle elezioni ripeteva a se stesso: «Non ho intenzione di governare sotto ricatto».
Sindaco, perché si è dimesso? Contrasti con la Lega?
«Assolutamente no. Nessun problema con la Lega Nord (che è in giunta, ndr). Il punto è il comportamento di Polloni, che rappresenta un problema anche per il suo partito».
Lei di cosa lo accusa?
«Di non rispettare le regole. È impossibile andare avanti con un presidente del Consiglio che si prende troppe libertà. Fa iniziative senza mai chiedere, contesta le decisioni del sindaco, mette in difficoltà l’amministrazione, chiede i documenti a Garda Uno: ma a che titolo? Fa sopralluoghi in mensa e convoca i capigruppo, ma ripeto, a che titolo?»
Sta oscurando la figura del sindaco?
«È una questione di regole. E ruoli. Io non difendo Guido Malinverno, ma il ruolo istituzionale del sindaco. Polloni fa quello che vuole, anche ciò che non gli compete. Con il suo comportamento oscura quelle che sono le attività del sindaco e degli assessori, creandoci problemi agli occhi dei cittadini». Può fare qualche esempio? «Prenda il tema nutrie, spetta all’assessore all’Ecologia. Invece lui va, di sua iniziativa, e pubblica denunce. Sulle mense, il sopralluogo lo fa il sindaco, l’assessore competente o un dirigente:
va lui. Voleva mettere bocca anche nella scelta del segretario: invece ho scelto io la persona più valida, in libertà. Il punto è che i ruoli vanno rispettati, così come le regole: è una questione fondamentale».
Ma lei non poteva convocare un incontro per dire che voleva la testa di Polloni...
«È come se uno dicesse “non devi rubare”. Lo sanno tutti, non c’è bisogno di mettere i cartelli».
C’è dell’altro alla base della scelta: qualcosa che riguarda il programma?
«Ci sono alcuni progetti che avevo promesso e che ora non riesco a mantenere, per esempio il tema degli scarichi a lago: credevo fosse più semplice ottenere i finanziamenti, ora so che non è così, ho commesso una leggerezza. E forse non sono riuscito a valorizzare a sufficienza il lavoro degli assessori”.
Ma tutti in campagna elettorale esagerano con le promesse.
«Quella è la vecchia politica, credo serva un altro atteggiamento».
Le dimissioni, quindi, sono irrevocabili?
«Mi hanno spiegato che ho una finestra di 20 giorni prima di confermarle». C’è qualcosa che può spingerla a ritirarle ed evitare il commissariamento?
«Deve succedere qualcosa. O c’è chi garantisce per Polloni, facendogli cambiare atteggiamento, oppure non resta che la sfiducia del Consiglio comunale. Se lo sfiduciano, tornerà ad essere consigliere comunale».
Senta, durante il ballottaggio lei una volta disse: «Non voglio farmi ricattare».
«Lo confermo, nessun ricatto politico. Per me, il rispetto delle regole è fondamentale. Ecco perché prima del ballottaggio mi ero chiesto “chissà quanto durerò”».
Il programma Non riesco a mantenere alcuni progetti, come gli scarichi a lago: ho commesso una leggerezza